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10.1.14

All Cheerleaders Die


All Cheerleaders Die (USA, 2013)
di Lucky McKee, Chris Sivertson
con  Caitlin Stasey, Sianoa Smit-McPhee, Brooke Butler, Amanda Grace Cooper, Reanin Johannink

All Cheerleaders Die è il titolo di un film messo assieme con quattro soldi e senza alcuna ambizione di distribuzione cinematografica dalla coppia di registi Lucky McKee & Chris Silvertson. Evidentemente, con quel film, sul quale ammetto ignoranza totale, i due si sono fatti conoscere, ma senza esagerare, e a partire da quella base si sono costruiti una carriera. Oltre dieci anni dopo, con alle spalle una serie di regie, talvolta in solitaria, spesso a braccetto, più o meno tutte gravitanti attorno al genere horror da cui sono partiti, i nostri due simpatici amici hanno deciso di chiudere il cerchio realizzando un remake con qualche soldo in più ma con quello stesso spirito da scemenzona trash adolescenziale, piena di (neanche troppo) belle gnocche appena scopertesi legali e con un sacco di morti ammazzati in maniera sanguinaria a fare da contorno. Insomma, All Cheerleaders Die.

La storia racconta di quattro cheerleader (ma no!) che si ritrovano per diversi motivi a far gruppo, nonostante alcuni forti conflitti di fondo, e per altri motivi ancora entrano in contatto con una ragazza che pratica l'antica arte della stregoneria, nientemeno. Precisiamo che qui "stregoneria" significa avere un sacchetto di pietre coi superpoteri che non sai bene cosa facciano ma tendono a fare cose molto brutte. Il simpatico quartetto di gnoccolone si ritrova in contrasto con alcuni membri della squadra di football della scuola, ivi incluso lo scontroso, cattivissimo e sostanzialmente molto pericoloso maschio alfa della situazione. Com'è, come non è, una cosa tira l'altra, son ragazzini, che ci vuoi fare, si sa come siamo a quell'età, va a finire che le ragazze muoiono più o meno tutte, ma tornano in vita grazie alla stregoneria e hanno un po' voglia di rifarsi, oltre che di mangiare parecchia carne cruda.

Ne viene fuori un film sconclusionatissimo, una specie di frullatone sbalestrato che mette assieme un po' di Jennifer's Body, un pizzico di Buffy l'ammazzavampiri, due quarti di Carrie, una spruzzata di Easy Girl, un cucchiaino di Mean Girls e magari anche una snasata di Streghe. Insomma, un gran casino, che ha dalla sua l'evidente voglia di divertirsi senza pretese, un tono sorprendentemente azzeccato in un paio di passaggi e degli attori dignitosi nell'interpretare ruoli onestamente vuotini, ma nel complesso non riesce per davvero in praticamente nulla di quel che prova a fare. L'umorismo non fa particolarmente ridere, il sangue è tanto, ma poco pungente, gli spaventi sono non pervenuti, le continue svolte da dramma adolescenziale lasciano il tempo che trovano e, insomma, anche dal punto di vista della presenza femminile, non è che ci sia esageratamente da lustrarsi gli occhi. All Cheerleaders Die, è uno di quei film che con la compagnia giusta possono anche divertire e di sicuro scorre via tranquillo, senza stupire mai ma anche senza annoiare particolarmente, però acquista davvero un po' di ritmo solo quando prova a sbracare sul conflitto finale e poi si chiude così, un po' a caso, con pure un mezzo "to be continued". E se ne fa anche a meno, eh, di continuare.

È il primo dei film in concorso che ho visto al Paris International Fantastic Film Festival. La cosa divertente è che prima di ogni film proiettavano un videomessaggio inviato dal regista, nascosto chissà dove da qualche parte sul pianeta. Spoiler: non ha vinto il concorso.

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