Buried (Spagna/USA/Francia, 2010)
di Rodrigo Cortés
con Ryan Reynolds
La chiave per godersi Buried sta tutta nella capacità di berselo fino in fondo. Non si tratta necessariamente di una scelta, più o meno conscia, di un pregio o di un limite, ma alla fin fine la faccenda sta tutta lì. Se te lo bevi, lasci perdere le sovrastrutture e ti limiti a farti accalappiare dal suo "racconto", è un'esperienza vibrante, che non ti molla un secondo dall'angosciante avvio all'eccellente finale. Certo, ti fermi comunque magari un attimo a bearti di quelle due o tre trovate di regia e ogni tanto non puoi fare a meno di notare lo sguardo vacuo di Ryan Reynolds, ma è comunque solo ed esclusivamente un piacere. Oppure ti fermi prima, rimani bloccato fuori dallo spettacolino e ti ritrovi solo a soppesare questa specie di tesi di laurea sperimentale. E magari le trovi tutti i difettucci e le minuzie e le svolte improbabili che vuoi. E poi alla fine era meglio la Sposa di Tarantino. Per carità.
Però rimane il fatto che si sta parlando di un film che ti chiude davvero per un'ora e mezza in una bara assieme a Ryan Reynolds, senza mai mai mai concedersi uno sguardo fuori. Neanche mezzo. Certo, si deve appoggiare all'espediente del telefono cellulare, perché altrimenti come cacchio fai, ma tutto funziona a meraviglia, la tensione è altissima, Ryan Reynolds è convincente nonostante lo sguardo vacuo e alla fine sei lì che ansimi con lui sperando che magari forse dai ce la facciamo. E che altro gli vuoi chiedere, a un film che ti chiude per un'ora e mezza in una bara con Ryan Reynolds?
Che poi dev'essere un'esperienza allucinante, stare un'ora e mezza in una bara con Ryan Reynolds. Ah, nel Blu-ray c'è anche, fra i contenuti extra, il film d'esordio di Cortés, tale The Contestant. Sono curioso, così come sono curioso di vedere il suo prossimo Red Lights, vista anche la gente coinvolta.
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