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15.11.11

The Walking Dead 02X05: "Chupacabra"



The Walking Dead 02X05: "Chupacabra" (USA, 2011)
creato da Frank Darabont e Robert Kirkman
episodio diretto da Ernest R. Dickerson
con Andrew Lincoln, Jon Bernthal, Sarah Wayne Callies, Norman Reedus

Prometto che è l'ultima volta che lo scrivo e poi mi limito a masticare amaro nel silenzio della mia triste vita, però non c'è niente, proprio niente da fare: ho scelto la serie sbagliata per concedermi un'eccezione e mettermi a seguirla un episodio a settimana, perché The Walking Dead mette in scena in maniera lancinante quel che non mi piace del seguire un telefilm in questo modo. E invece di godermi il flusso continuo di eventi fra cui spiccano i punti più alti e in cui si perdono le trovate meno convincenti, così come è accaduto quando mi sono riguardato a maratona la prima stagione, ecco che invece quei bei momenti diventano più che altro quelli da salvare in un pantano di narrazione che avanza a difficoltà.


Perché poi alla fin fine di buono ce n'è parecchio, ed è sempre in quei piccoli quadretti di normalità disperatamente inseguita in un mondo di sopravvivenza. Il modo in cui si conclude quel dialogo fra Glenn e Dale, certi scambi fra i personaggi buttati lì con naturalezza e tutto sommato anche il lavoro svolto sull'evoluzione dei caratteri. La costruzione di Andrea e l'evoluzione del suo rapporto con Dale, per esempio, è davvero piacevole da seguire, così come il confronto fra Rick e Hershel. Già meno convincente l'evoluzione di Daryl, anche se lui è ganzo e ci va bene così, un po' burino anche nella scrittura. E poi, insomma, il momento del risveglio in cui alza la testa, smartella, sradica, trapana, scala, urla, sbiascica e si trascina sbavando... su, dai, è ganzo.



Spacco culi, stacco orecchi.


E poi, per fortuna, le cose cominciano a smuoversi e sembra che finalmente ci si stia per decidere a far succedere qualcosa, sembra che tutta questa staticità e questo girare attorno un po' a vuoto stiano per prendere una direzione ben precisa, che poi è quella che sappiamo. Chiaro, poi il dubbio rimane: se non fossi qui ad aspettare come uno scemo le cose che verranno, troverei altrettanto fastidioso questo tirare per le lunghe? O mi sembrerebbe un solido lavoro di costruzione dei personaggi in attesa dell'arrembante esplosione che mi attendo per i prossimi due episodi? Magari sì, magari no, magari a breve non sarà più un problema. Eppure, rimane l'impressione che quando, se, mi riguarderò un giorno tutto in fila, sarà un piacere ben diverso. Boh.



Dai, voglio crederci, secondo me nel prossimo episodio ne succedono di tutti i colori e ci si diverte un sacco, anche nell'ottica di chi ha letto il fumetto e si aspetta certe cose che invece...

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