creato da Frank Darabont e Robert Kirkman
episodio diretto da Bill Gierhard
con Andrew Lincoln, Jon Bernthal, Sarah Wayne Callies
L'inizio di questa puntata mi ha fatto dire "oh". Perché per la prima volta ho trovato una delle robe che più mi avevano gasato della prima stagione di The Walking Dead, ovvero quei due o tre avvii di episodio che ti fanno dire "oh". Tutta la parte del funerale, anche se l'avevo già vista nello sneak peak su Youtube, soprattutto con poi il crescendo della solita e sempre fichissima musica che sale e lancia i titoli di testa (che non sarà Bad Things, ma insomma, rimane una gran bella sigla da telefilm) mi ha fatto dire "oh". Il problema è che poi si torna nel mondo di una serie che continua ad alternare cose molto riuscite, cose che ti solleticano sotto il mento nel modo giusto se hai letto il fumetto (grande Glenn, sei tutti noi!) e cose che funzionano molto meno.
Più in generale, c'è sempre quella sensazione di girare in tondo per allungare un po' il brodo, anche se tutto sommato qua, pur nella natura dalla logica insensata di un po' tutta la faccenda del pozzo, lo svolgimento mi è parso meno sconclusionatamente inutile che nel terzo episodio. In più, stanno prendendo l'avvio alcune cose di là da venire, la stalla comincia a puzzare di marcio, i personaggi si lanciano gli sguardi torvi e si sta palesemente preparando il terreno per diverse situazioni note e altre un po' meno note. Solo che, appunto, sembra sempre un po' tutto un preparare, mentre preferirei che ci fosse più succedere, perché a furia di promettere e basta poi va a finire che scoppia tutto in una bolla di sapone.
Di contro va pure detto che continuano ad esserci quelle piccole cose di questa serie che mi piacciono davvero tanto, sia per i fatti loro, sia per il modo in cui rielaborano elementi presi dai fumetti. Per esempio quel bel momento fra Rick e suo figlio a letto, il modo in cui si sta sviluppando il rapporto con Hershel o l'evoluzione che sta subendo il personaggio di Andrea, il lento trasformarsi in quel che poi sarà. A non funzionare, invece, è il crescendo finale, la "grande rivelazione" che praticamente chiunque si aspettava dalla fine della prima stagione o che comunque, insomma, m'è parsa proprio costruita in maniera poco convinta, per quanto interessante in prospettiva futura (non dimentichiamoci che quando è saltata fuori nel fumetto era già accaduto quel che doveva accadere).
Di sicuro, comunque, è evidente che il lavoro su Daryl, pur dalla qualità che va e viene, è finalizzato al rientro in scena di Merle. Magari legato alla bimbetta scomparsa? Boh, non so, ero qui che me lo chiedevo e mi dicevo che sarebbe ora di tirarlo nuovamente fuori e poi sono andato a guardarmi su Youtube il promo del quinto episodio. E, ehm, ecco.
L'inizio di questa puntata mi ha fatto dire "oh". Perché per la prima volta ho trovato una delle robe che più mi avevano gasato della prima stagione di The Walking Dead, ovvero quei due o tre avvii di episodio che ti fanno dire "oh". Tutta la parte del funerale, anche se l'avevo già vista nello sneak peak su Youtube, soprattutto con poi il crescendo della solita e sempre fichissima musica che sale e lancia i titoli di testa (che non sarà Bad Things, ma insomma, rimane una gran bella sigla da telefilm) mi ha fatto dire "oh". Il problema è che poi si torna nel mondo di una serie che continua ad alternare cose molto riuscite, cose che ti solleticano sotto il mento nel modo giusto se hai letto il fumetto (grande Glenn, sei tutti noi!) e cose che funzionano molto meno.
Più in generale, c'è sempre quella sensazione di girare in tondo per allungare un po' il brodo, anche se tutto sommato qua, pur nella natura dalla logica insensata di un po' tutta la faccenda del pozzo, lo svolgimento mi è parso meno sconclusionatamente inutile che nel terzo episodio. In più, stanno prendendo l'avvio alcune cose di là da venire, la stalla comincia a puzzare di marcio, i personaggi si lanciano gli sguardi torvi e si sta palesemente preparando il terreno per diverse situazioni note e altre un po' meno note. Solo che, appunto, sembra sempre un po' tutto un preparare, mentre preferirei che ci fosse più succedere, perché a furia di promettere e basta poi va a finire che scoppia tutto in una bolla di sapone.
Di contro va pure detto che continuano ad esserci quelle piccole cose di questa serie che mi piacciono davvero tanto, sia per i fatti loro, sia per il modo in cui rielaborano elementi presi dai fumetti. Per esempio quel bel momento fra Rick e suo figlio a letto, il modo in cui si sta sviluppando il rapporto con Hershel o l'evoluzione che sta subendo il personaggio di Andrea, il lento trasformarsi in quel che poi sarà. A non funzionare, invece, è il crescendo finale, la "grande rivelazione" che praticamente chiunque si aspettava dalla fine della prima stagione o che comunque, insomma, m'è parsa proprio costruita in maniera poco convinta, per quanto interessante in prospettiva futura (non dimentichiamoci che quando è saltata fuori nel fumetto era già accaduto quel che doveva accadere).
Di sicuro, comunque, è evidente che il lavoro su Daryl, pur dalla qualità che va e viene, è finalizzato al rientro in scena di Merle. Magari legato alla bimbetta scomparsa? Boh, non so, ero qui che me lo chiedevo e mi dicevo che sarebbe ora di tirarlo nuovamente fuori e poi sono andato a guardarmi su Youtube il promo del quinto episodio. E, ehm, ecco.
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