Quello che penso di Alan Wake l'ho scritto nella mia recensione su quel sito puzzone che sappiamo e che continuo a linkare perché chissenefrega ma insomma ecco mi fa un po' ridere che certa gente pensi, creda di pensare o faccia finta di pensare che il problema sia la semplice, lecita, normale, fra l'altro prevedibile e prevista disdetta di un contratto, e non piuttosto altre faccende che stanno dietro. Quello che penso del primo DLC di Alan Wake, tale Il segnale, l'ho scritto nell'altra mia recensione sempre su quel sito puzzone che sappiamo e che continuo a linkare perché chissenefrega ma insomma ecco capisco chi non ne sapeva nulla ma davvero non capisco con che cuore chi invece sapeva voglia credere alle promesse dei marinai. Quello che penso del secondo DLC di Alan Wake, tale Lo scrittore, l'ho detto su Outcast, ma non l'ho mai scritto, perché boh, e infatti qua sul blog avevo la bozza vuota da più di un anno, e perché non ho scritto io la recensione (l'ha fatta teokrazia) su quel sito puzzone che sappiamo e che continuo a linkare perché chissenefrega ma insomma ecco trovo in qualche modo affascinante vederci sopra gente che anni fa si è trovata più e più volte dal mio stesso lato della barricata (nel senso di inculata) e oggi invece sta dall'altro. Qualcuno direbbe: "gg". Io dico: "Vi auguro che arrivino i pagamenti".
Comunque, oggi volevo scrivere di Alan Wake's American Nightmare, la cui campagna in singolo ho finito stanotte con gran gusto dopo essermene tornato dal cinema. Solo che prima di scriverne vorrei giocare un'altro po' alla modalità Arcade, Survival o come caspita si chiama, che è piuttosto ganza. Potrei allora scrivere del nuovo Ghost Rider, il film che ho appunto visto ieri al cinema, ma ormai ho iniziato a scrivere questo post e m'è venuta voglia di parlare di Alan Wake. Quindi che faccio? Scrivo di quel secondo DLC di cui non ho mai scritto, anche se probabilmente ormai non glie ne frega più niente a nessuno, perché il blog è mio e ci faccio quello che voglio. E così, fra l'altro, elimino una delle duecentosette bozze disperse nel marasma di tristezza del mio account su Blogger.
Alan Wake: The Writer (Microsoft Game Studios, 2010)
sviluppato da Remedy Entertainment
Il bello dei due contenuti scaricabili di Alan Wake, tanto il primo – gratuito – quanto il secondo – 560 MP – è che sembrano pensati per dare soddisfazione sia a chi ha amato il gioco di Remedy e ne vuole ancora, sia a chi non è riuscito ad andare oltre i suoi più evidenti difetti ma ne è comunque rimasto intrigato. La monotonia del gameplay e la frustrante sensazione di eccessiva lunghezza che si respirava nelle sue parti meno riuscite svaniscono completamente, lasciando invece spazio a una sorta di palestra, in cui gli sviluppatori nordici hanno sperimentato con soluzioni che forse ritenevano troppo sopra le righe per il gioco vero e proprio, o del cui funzionamento non erano comunque troppo convinti. Ma su un DLC puoi permetterti di provarci, e quindi, dopo la spremuta di meccaniche alternative de Il segnale, ecco che con Lo scrittore Remedy si diverte a pasticciare con le tecniche di narrazione portate avanti attraverso il gameplay, in una sorta di revival dei momenti migliori di Max Payne 2.
Sperimentazione, quindi, all'interno dei confini offerti dall'universo di Alan Wake, dalle opportunità e dalle basi poste attraverso l'assunto narrativo assai furbetto e "utile" di quel gioco e dallo status delle cose sancito nel suo finale. In Lo scrittore, tanto quanto ne Il segnale, non si trova un seguito delle avventure di Alan e non si trova un racconto fondamentale e irrinunciabile. La storia è conclusa, almeno fino a un seguito vero e proprio, ed è conclusa secondo quei termini lì. Termini che, però, si prestano perfettamente per un'espansione, in mille direzioni possibili, allo stesso tempo accessoria e indispensabile, in grado di ampliare e approfondire meglio racconto e personaggio, o magari di generare operazioni curiose e intelligenti come l'American Nightmare di cui però oggi non ho voglia di scrivere e quindi non lo faccio.
Lo scrittore si inoltra nella capoccia malata del suo protagonista e conduce il giocatore in un viaggio allucinante nella sua psiche, raccontando attraverso il gameplay, molto più che nell'Alan Wake vero e proprio, che spesso metteva da parte il gioco per dedicarsi al film, le situazioni marce che popolano il cervello del fratello scemo di Stephen King. Il risultato è un viaggio assurdo, difficile da descrivere senza svelare cose che è un peccato svelare, capace perfino di mettere in scena una situazione abbastanza spaventosa (al contrario di Alan Wake tutto, che paura o tensione non me ne ha messe addosso per mezzo secondo) e con forse il solo limite di una quantità tutto sommato ridotta di gameplay e una conseguente durata inferiore a quella del precedente DLC. Ma rimane comunque una roba che - tanto quanto Il segnale - vale davvero la pena di giocare, per paradosso quasi più dell'Alan Wake vero e proprio, anche se senza l'Alan Wake vero e proprio perdono entrambi completamente di senso.
Comunque American Nightmare mi è piaciuto un sacco e Ghost Rider mi ha divertito a tratti.
4 commenti:
Grande Giò, mi piace quando parli di quel sito puzzona là che sappiamo e che continui a linkare. Ma di preciso, con chi ce l'hai di preciso? Comunque, tornando IT, grande come sempre in quel che scrivi.
In questo momento ce l'ho con chi, al mio cinema di fiducia qui a Monaco, sta decidendo di programmare solo al pomeriggio tutti i film che mi interessano.
Aahahahaha, la intro con citazioni multiple agli articoli di Alan Wake che a momenti rischia di diventare una Alan Wake. :D
Ai limiti della Celentano. :D
Posta un commento