Star Trek (USA, 2009)
di J. J. Abrams
con Chris Pine, Zachary Quinto, Eric Bana e un sacco di altra gente
Quand'ero piccolo e tutti mi scherzavano, per me, Star Trek era quella serie televisiva vecchia, buffa e un po' strana, che guardavo affascinato quando mi capitava davanti, anche se "a pelle" temevo sempre fosse un po' troppo vecchia, buffa, barbosa. Eppure, quando capitava, la guardavo, rapito. Quando ero un po' meno piccolo e comunque tutti ancora mi scherzavano, Star Trek: The Next Generation fu amore totale. Il primo telefilm che abbia davvero seguito in maniera maniacale, di settimana in settimana, registrandomi le puntate sulle videocassette, organizzando le maratone con gli amici nerd, gasandomi sugli episodi migliori, azzardo quasi a dire commuovendomi su quel finale al tavolo da poker. Quello, per me, è e sempre sarà Star Trek. Deep Space Nine l'ho apprezzato molto, sulla distanza, ma perso di vista prima della fine perché era un periodo in cui mi ero rotto le palle di seguire le cose in TV e non c'era ancora la comodità del cofanetto DVD. E per gli stessi motivi ho appena sfiorato Voyager ed Enterprise. Poi chiaramente i film, visti tutti, qualcuno apprezzato tantissimo, qualcuno meno, ma in fondo bene o male sempre divertito, tranne con Insurrection, che davvero guarda al confronto m'era sembrato bello il primo prequel di Star Wars.
Ecco, io sono questo genere di fan qui, per Star Trek, uno che ha amato alla follia The Next Generation e apprezzato, pur senza mai esserne rapito, le varie altre incarnazioni. In più sono uno che non si infastidisce mai mai mai per le reinterpretazioni, i reboot, le modifiche, i ritocchi, gli adattamenti e via dicendo, anzi, mi diverto troppo a vedere cosa cambiano. E infatti, probabilmente, ero lo spettatore ideale per lo Star Trek di J. J. Abrams. Sufficientemente ferrato e amante di Star Trek per riconoscere i riferimenti, le citazioni, le strizzatine d'occhio, totalmente non spaccamaroni per chi sceglie di cambiare cose, spirito, feeling, anzi, più che aperto a vedere cosa si inventavano. Tant'è che quando finalmente l'ho guardato, in ritardo colossale, qualche tempo fa, mi ci sono divertito come un matto, trovandolo per altro molto più Star Trek di quanto molti appassionati di Star Trek sostenessero. E anzi, da malato di continuity quale sono, ho pure apprezzato tantissimo la scelta di non limitarsi a brasare tutto per ripartire da zero e usare invece il cheat, il paradosso temporale che giustifica qualsiasi modifica, qualsiasi cambiamento Abrams e il suo circoletto di amici decidano di ideare e permette comunque di considerare il tutto ambientato nello stesso universo. E di infilarci Leonard Nimoy, che è tanto cicci e gli vogliamo bene.
Ma soprattutto mi son trovato davanti a un film spettacolare, divertente, dal look moderno ma anche rispettoso della fonte originale (o quantomeno dell'immagine che di quella fonte io ho ancora in testa, che poi è la cosa fondamentale) e carico di simpatico umorismo. E con un cast deliziosamente azzeccato nella scelta degli attori, tutti bravi e in parte, tutti deliziosamente a metà fra l'omaggio e lo sviluppo di un'interpretazione propria. Poi, chiaramente, i vari personaggi di supporto non hanno molto da fare, come è sempre inevitabile in un film di Star Trek, ma secondo me - attenzione - fanno comunque in larga parte una figura ben migliore di quanto facessero in quasi tutti gli altri film e, spesso, anche nella serie TV. Fondamentalmente mi fanno venire voglia di guardarla, una serie TV con loro protagonisti. Poi, certo, c'è tanta azione e molto poco tecnoblabla, con magari in questo un lieve "tradimento", anche se, oh, Kirk non era Picard e io me lo ricordo bene, quando tirava i doppi calci volanti o si esibiva nel combattimento più brutto della storia. E poi ci sono, inevitabilmente, mille piccoli dettagli e cose che i "veri" Kirk e Spock non avrebbero mai fatto e che sono solo in parte giustificabili con la linea temporale presa a testate da Eric Bana, ma Chris Pine e Zachary Quinto sono - per quanto mi riguarda - dei giovani Kirk e Spock perfetti e il film, pur con la sua trametta prevedibile e il suo cattivo un po' sprecato, è affascinante in quel che è il compito principale di un (più o meno) prequel: raccontare il prima, mostrare quei due grandi amici quando, sostanzialmente, non si conoscevano e non si sopportavano. Insomma, per me, vittoria quasi totale e uno fra i migliori film di Star Trek. Anche se non è che per essere considerato tale ci voglia molto, considerando che quelli davvero belli senza se e senza ma sono due o tre.
Come detto, ho visto questo film con parecchio ritardo, ma comunque qualche mese fa. Non ne avevo mai scritto perché vai a sapere, ma m'è venuta voglia di farlo adesso perché l'altra settimana ho visto il seguito. Che mi è piaciuto altrettanto, pur con un paio di ma.
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