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12.9.14

Necropolis - La città dei morti


As Above, So Below (USA, 2014)
di John Erick Dowdle
con  Perdita Weeks, Ben Feldman, Edwin Hodge, François Civil

John Erick Dowdle è un regista che si è costruito una carriera sostanzialmente facendo l'esperto di film horror found footage. Il che, se vogliamo, in un certo senso significa che quando si vuole fare un film horror spendendo poco o nulla si può chiamare lui e si va sul sicuro. Considerando la predominanza del filone negli ultimi anni all'interno del genere (e non solo), avere una cosa simile a curriculum deve far comodo. Ovviamente si tratta di mie elucubrazioni basate sul nulla, ma i fatti intanto ci dicono che, dopo il suo esordio cult The Poughkeepsie Tapes, ha diretto il remake americano di [Rec] (e scritto il seguito), poi Devil e adesso questo Necropolis. Guarda un po', tutti quelli di cui ha curato anche la sceneggiatura sono found footage e l'unica eccezione è il film dell'ascensore scritto da M. Night Shyamalan. John Erick Dowdle autore, quindi, ma di found footage, insomma. Poi, certo, il prossimo film da lui scritto e diretto viene presentato come un action/thriller in stile Taken, ambientato in Thailandia e con protagonisti Owen Wilson, Pierce Brosnan, Lake Bell e Michelle Monaghan (♥)... fatico a immaginarmelo girato in stile videocamera, anche se, vai a sapere, magari ci stupisce.

Comunque, tutta questa divagazione in apertura sta lì più che altro perché su Necropolis non è che ci sia molto da dire. Racconta di un'archeologa fissata col suo lavoro al punto dell'autolesionismo e figlia di un archeologo fissato col suo lavoro al punto dell'autolesionismo (e del suicidio). La nostra amichevole ragazza dal ricciolo rosso e dal sexy accento brit si presenta al pubblico durante una spedizione in Iran per recuperare uno strano manufatto e ci mostra subito il pretesto - utilizzato con coerenza dall'inizio alla fine - per la messa in scena da found footage: sta documentando la sua ricerca tramite l'utilizzo di videocamere, che per il resto del film si alterneranno fra strumenti tenuti in mano, poggiati su cavalletti e comodamente inseriti negli elmetti dei protagonisti. E insomma, la ragazza si salva a malapena dalla sua avventura, non si accorge di alcuni segnali che, se avesse visto qualche film horror in vita sua, le suggerirebbero di lasciar perdere e finisce in quel di Parigi, dove assembla un team scalcagnato per andare ad infilarsi nelle catacombe. L'obiettivo è recuperare la pietra filosofale, nientemeno, ma i nostri simpatici amici scopriranno, come anticipato dai segnali di cui sopra, che quella infame pietra ha generato cose indicibili.

Da lì in poi parte il classico film del genere, che punta tutto sul (presunto?) coinvolgimento emotivo offerto da inquadrature che non stanno ferme un secondo e ti portano lì, al centro dell'azione e dell'orrore. Poi, chiaro, come sempre, per non rendere il film inguardabile, spesso la macchina da presa viene utilizzata con una padronanza e una pulizia che non hanno alcun senso, se consideriamo che si tratta di piccole videocamere agganciate in testa a gente sull'orlo del collasso isterico causa discesa negli abissi dell'inferno, ma insomma, fa parte dei pretesti di base che chiunque si guardi un film del genere, bene o male, dev'essere disposto ad accettare. Anzi, a Dowdle bisogna concedere che lo spunto di partenza - infilarsi in un luogo suggestivo come le catacombe di Parigi e avere a che fare con il mondo dell'alchimia - viene sfruttato molto bene per dare al tutto un look a modo suo originale e ricercato, quantomeno nel contesto del found footage.

Ci sono belle suggestioni visive e gli ambienti sono costruiti in maniere interessanti, che sembrano, di nuovo, uscire più da una versione per adulti di un film in stile Indiana Jones che dal classico horroretto di seconda categoria. C'è insomma dell'ottimo materiale, che purtroppo viene appesantito da una banalità sconcertante, ed essa sì in linea con il genere di film, per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi e le trovate più puramente horror. Insomma, ci viene chiesto di spaventarci per le solite quattro cose e se sicuramente qualche sobbalzo d'accumulo, a furia di "buh", prima o poi arriva, è un po' tutto un trionfo del prevedibile. Poi, per carità, è un prevedibile comunque confezionato meglio, o comunque in maniera visivamente più interessante, rispetto alla media dei found footage, senza contare che il film comunque scorre in maniera dignitosa e in un paio di punti ci sono delle trovate che ti fanno perfino esclamare "Ah!". Ma insomma, siamo veramente dalle parti di quel genere di cose che vado a guardarmi giusto perché sono cinematograficamente bulimico (specie quando si parla di horror), ho la tessera flat e, beh, ho la scusa di farlo più o meno per lavoro.

L'ho visto al cinema, in lingua originale, qua a Parigi, l'altro giorno, anche se da queste parti è uscito qualche settimana fa. Ogni tanto i personaggi parlano in francese: lo fanno anche nella versione italiana o han brasato tutto? Ah, le grandi domande degli adattamenti! In Italia è uscito ieri.

1 commenti:

Penso che andrò a vederlo martedì ma non mi aspetto niente di che a parte magari la bella ambientazione catacombesca parigina :)

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