Come è ormai tradizione, ho trascorso le feste di fine anno sul suolo patrio e ho colto l'occasione per fare un salto in fumetteria, dove ho recuperato la canonica cofana di fumetti accumulati nei mesi trascorsi dall'ultima volta. Non è neanche poi tantissima roba, a voler ben vedere, ma insomma, è quel che è. E oggi, incredibilmente solo qualche settimana dopo aver letto tutto quanto, non troppo incredibilmente avendo già dimenticato quasi tutto, scrivo due o tre cose veloci al riguardo.
Crows #1/2 ***
Lo vendono come il primo fumetto di successo di Hiroshi Takahashi, nonché il prequel di Worst. Se la prima cosa immagino possa essere vera, la prima direi che è tecnicamente errata, dato che Worst è uscito alcuni anni dopo, quindi al massimo è lui il seguito. Menate sull'uso dei termini a parte, i collegamenti fra le due serie mi sembrano comunque non andare molto oltre al fatto di essere ambientate negli stessi luoghi e raccontare lo stesso genere di cose (studenti teppisti che si menano). Per il resto, la "vecchiaia" della serie si vede tutta, nel tratto acerbo e nel suo essere (o sembrare, via) sostanzialmente una versione immatura di quello che sarà Worst. Al momento mi pare trascurabile e fondamentalmente da leggere solo per completezza da fan di Takahashi (cosa che temo di essere).
Short Program: Girl's Type ***
Ecco, a proposito di roba trascurabile e degna di attenzione solo per esigenze di completezza, siamo anche qui da quelle parti. Il Mitsuru Adachi dei primi anni è proprio poca cosa e non ha neanche il mestiere che permette al Mitsuru Adachi in là con gli anni di rendere interessanti anche le sue cose più trite e tirate via. Si lascia leggere ma niente di più.
Orfani #11/12 ****
Orfani: Ringo #1/3 ****
Partito secondo me non benissimo, Orfani è cresciuto molto e ha raccontato una storia dagli sviluppi appassionanti e a modo suo originali, seppur nel contesto di un racconto molto classico e dalle ispirazioni fin troppo evidenti. Personalmente continuo ad apprezzare pochino il taglio con cui vengono caratterizzati e scritti i personaggi, ma insomma, è anche un po' una questione di genere scelto. In compenso, è una serie quasi sempre notevole sul piano visivo, carica di azione raccontata come si deve e divertente da leggere. Orfani: Ringo, per il momento, mi sta prendendo meno, ma insomma, di nuovo, la prima serie (o stagione, o quel che vi pare) per me ha ingranato davvero solo col terzo o quarto numero, quindi voglio crederci.
Hokusai *****
La storia del pittore e incisore giapponese che tutti conoscono più o meno solo per
Dimentica il mio nome ***
Stavo scrivendo il paio di righe all'insegna del maniavantismo in cui chiunque non ricopra di lodi ogni opera partorita da Zerocalcare deve spiegare che lo apprezza, a volte anche molto, ma non impazzisce per tutto tutto tutto quel che fa, poi ho pensato che non c'era bisogno di scriverle, ho cancellato il paio di righe e ovviamente alla fine, implicitamente o meno, le ho comunque scritte. Giusto così. Ad ogni modo, se proprio a qualcuno dovesse interessare quel che penso del lavoro di Zerocalcare in generale, c'è il motore di ricerca del blog là in alto. Nello specifico, Dimentica il mio nome, pur essendo un'altra storia estremamente personale e indubbiamente molto sentita dal suo autore, mi è sembrato, assieme a Dodici, il meno riuscito fra i volumi che ha pubblicato. Alcune gag sono esilaranti, e il modo delicato, leggero, in cui tratta un tema toccante e neanche semplice è apprezzabile, ma in quasi tutti i passaggi in cui il racconto si fa serio mi è parso che faticasse molto a trovare il tono giusto. Poi, oh, rimane una lettura gradevole, ma il polpo e, soprattutto, l'armadillo me li ricordo ben più riusciti.
Dylan Dog #338 ****
Non leggo Dylan Dog da quando, tanto tempo fa, a occhio direi attorno al numero 130, mi sono reso conto che ormai da anni lo leggevo solo per inerzia, senza che me ne fregasse poi molto. Fra l'altro ricordo anche che è stato il tappo: tolto quello, ho mano a mano abbandonato tutte le serie Bonelli storiche. Vabbé, divagazioni a parte, ho comprato questo per ovvi motivi: la curiosità di leggere la storia in cui Bloch finalmente se ne va in pensione. E, che dire, gradevole, intrigante per il modo in cui comunque sfrutta la cosa piazzando lì un po' di elementi che faranno - immagino - da base per sviluppi futuri e ben scritta nella misura in cui non mi ha fatto pesare più di tanto i riferimenti a storie pubblicate durante la mia assenza. Fra l'altro, nonostante fossero ormai passati tanti anni dall'ultima volta, mi sono sentito subito a casa, nel bene e nel male. Non mi ha comunque fatto venire voglia di riprendere a leggere con regolarità la serie, ma probabilmente è soprattutto perché non fa più per me.
Quelli che ho scritto in altre occasioni dei numeri precedenti e non ho niente da aggiungere e mi limito quindi a metterli qua in fila con le stelline che mi ero appuntato
All Rounder Meguru #13 ****, Billy Bat #10 ****, Blue Exorcist #13 ***, Dragonero #15/19 ***, Dragonero Speciale #1 ***, Hellboy all'inferno #1: "La discesa" ***, Lilith #13 ***, Le storie #23/27 **/****, Lukas #5 ***, Mix #4 ***, Naruto #67/68 ****, Un marzo da leoni #9 ****, Yawara! #10/11 ****
2 commenti:
Ma di Billy Bat hai già scritto da qualche parte? Ho cercato tra i vecchi post ma non son riuscito a trovare niente. Io l'ho attaccato settimana scorsa, e lo sto divorando.
Due righe all'epoca del primo volume, non mi sono mai dilungato.
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