Quasi due mesi fa, per la precisione venerdì 27 febbraio, mi sono svegliato alle quattro di mattina perché dovevo andarmene in aeroporto, destinazione San Francisco. Era quel giorno dell'anno, quello in cui si parte per la Game Developers Conference e io sono tutto felice, perché alla fin fine, gira e rigira, è e rimane sempre il mio momento lavorativo preferito in assoluto. Siccome poi sono un romanticone fissato con le coincidenze, ogni tanto forzo la mano e sovrainterpreto, leggendo chissà quali significati in questa o quella bella cosa che capita in corrispondenza con il viaggio alla GDC. Per esempio, quest'anno, alle quattro di mattina, assieme a me s'è svegliata pure Giovannina, perché, ehi, ci teneva a salutarmi prima di vedermi sparire per una decina di giorni. Ma anche per farsi una pisciatina sullo stecchino bianco e vedere se spuntava una croce. Insomma, sai mai. E la croce è spuntata. E quindi, ecco, alle quattro e mezza di mattina del 27 febbraio 2015 ho visto la croce, ho commentato con un "Ah, OK. Beh, vado in aeroporto" e sono partito per San Francisco.
Il viaggio è stato un mio classico viaggio verso gli Stati Uniti (di quelli con tappa a Londra): mi sono arrangiato borbottando pseudo-francese all'aeroporto, ho speso tutto quello che avevo in tasca per comprare riviste, ho mangiato in ogni occasione che mi è stata offerta per farlo, ho chiacchierato brevemente con la signora di mezz'età in spedizione sciistica con marito e figlio che mi sedeva di fianco e ho dormito molto poco, nonostante il sonno non mancasse di certo. Mi sono sostanzialmente fatto una gran dose di affari miei, senza pensare poi troppo a questa cosa della crocetta, se non in un momento preciso: per qualche motivo, quando mi hanno portato il pranzo (beef, please), mentre affondavo coltello e forchetta, la cosa mi ha un po' colpito. Ho avuto quel momento di "Uah, un madernino!". Poi ho digerito guardando Machete.
Mi sembrava adeguato all'occasione.
All'atterraggio, quando l'hostess ci ha fatto gentilmente notare che nel 2015 non s'incazzano se usi il telefono mentre l'aereo sta parcheggiando, ho mandato un Whatsapp al volo in direzione casa. S'era rimasti che durante le centododicimila ore del mio viaggio Giovanna sarebbe andata a fare gli esami del sangue, perché insomma, la sicurezza. E gli esami del sangue avevano detto Go Go Go! E quindi Go Go Go, Giovanna ha comunicato la lieta novella ai suoi mentre io, preso da quell'attacco d'ansia che mi prende quando all'improvviso mi trovo a sapere una cosa che mi piacerebbe condividere col mondo ma per qualche motivo non posso farlo (pare che porti sfiga), l'ho subito detto alla sconosciuta che avevo di fianco. Che mi ha fatto le congratulazioni e l'ha poi detto a suo marito, immagino, dato che m'ha fatto le congratulazioni pure lui. E m'hanno subito trollato indicando la figlia (credo) venticinquenne e dicendomi una roba tipo "Non te lo leverai dalle palle per un sacco di tempo". La figlia era perplessa.
Il mio sbarco nei magici iuessei è stato un po' la solita roba da GDC: relax, passeggiata calma di qua e di là per l'aeroporto, chiacchiera col tizio della dogana affascinato dal motivo per cui mi trovo lì ("Nomaffigata - dude - ivideogiochibbella"), ritiro bagagli, beverone da Starbucks, ritiro macchina all'autonoleggio. Di diverso rispetto al solito c'era il fatto che il resto del contingente abruzzese, questa volta, arrivava parecchie ore dopo di me, quindi sono saltato in macchina, ho bestemmiato dietro al GPS e mi sono diretto verso l'appartamento. Dopo qualche smadonnata e dopo aver fatto incazzare un vicino di casa perché sono entrato per sbaglio nel suo appartamento, sono arrivato, mi sono installato, mi sono fatto una bella pasta col sugo (i precedenti ospiti mi avevano lasciato un pacco di De Cecco, pensa te le coincidenze), ho cazzeggiato un po' su Netflix, mi sono reso conto che il mio Galaxy S II stava definitivamente tirando le cuoia (per fortuna mi ero portato dietro un vecchio catorcio di smartphone pezzentissimo che per altro sto usando ancora oggi), ho controllato cosa davano al cinema, sono andato a farmi un giro in zona Moscone (stavamo veramente a due passi) e ho pure fatto la spesa da quei trionfatori del bene di Whole Foods Market. Infine, ho deciso che sarebbe stato carino, una volta arrivati i due sciamannati, andarcene a cena a un pub irlandese sulla quinta strada, tale The Chieftain, così, per brindare. Solo che poi i due sono arrivati tardissimo e stanchi morti, quindi niente. Fra un po' sono dieci anni che ogni volta penso di voler provare quel pub e poi finisco per non andarci. Magari un giorno...
Belle sorprese sanfrancescane.
E insomma, la mattina dopo, eravamo lì in tre, belli jetlaggati, con lo sguardo spento e incapaci d'intendere e di volere. Io avevo in mano un bicchiere di succo d'arancia. Fotone aveva in mano una scodellona con latte e cereali. Paolo Paolo Giacci Composer Paolo Giacci aveva in mano un caffè fatto con la moka che si erano portati da casa. M'è subito parsa una situazione perfetta: ho fatto cozzare i tre contenitori e ho comunicato la lieta novella, parlando di pisciate su stecchini e crocette. È stato quasi un bel momento, via. Poi, vabbé, io le cose le vivo un po' così, alla come capita, con ogni tanto l'attimo di "Uah, un madernino!", certo, ma per il resto il mio classico sguardo che spazia fra il rilassato e l'uomo preda di forti sostanze stupefacenti, quindi si è andati avanti placidi lungo la nostra strada. Visto che per 'sta cosa della scaramanzia bisognava aspettare la fine del primo trimestre prima di comunicare al mondo, abbiamo aspettato. Si fa per dire, intendiamoci. Che fai, vuoi privarti del gusto di estrarre un'ecografia a tradimento davanti alla faccia di due o tre persone che vengono a trovarti a Parigi putacaso proprio durante il primo trimestre? Figurati.
A proposito, l'ecografia. Ammetto che a vedere 'sto coso lungo qualche millimetro che agita gambe e braccia un pochino mi sono emozionato. Non troppo, eh, ma un po' sì. Più che altro, però, il tormentone delle ultime settimane è stato il battito del cuore. Voglio dire, quando fai l'ecografia, c'è questa roba che fa TUNZA TUNZA TUNZA TUNZA TUNZA TUNZA SBRAAAAAAAAM TUNZA TUNZA TUNZA TUNZA TUNZA. Lo sbram è Giovanna che si mette a ridere mentre c'è il microfono acceso e sfonda i timpani all'intero edificio, ma il resto è, appunto, il micro-cuore. Sembra di essere a un rave party. Non che io ci sia mai stato, a un rave party, ma insomma, è il pensiero che conta. E infatti abbiamo iniziato a riferirci all'erede con l'amichevole nome di Skrillex. Non che io conosca Skrillex, ma m'è subito tornata alla memoria quella volta in cui la Terra è stata bombardata con un suo disco e, voglio dire, si sa come funziona questa cosa di dare nomi alle creaturine in casa Maderna. Da lì in poi è stato tutto uno Skrillex di qua e Skrillex di là. Abbiamo pure la cartelletta di cartone che si chiude con l'elastico al cui interno si ripongono tutti i documenti utili e su cui ho scritto SKRILLEX col matitone colorato.
Pensa se poi mi nasce con 'sta pettinatura e quel naso.
Poi, qualche tempo fa, è stato fissato che il 22 aprile avremmo fatto la giga-visita importante, quella in cui si fanno tutti i controlli, si accerta che Skrillex stia bene e si fa un po' il giro di boa della faccenda. E lì ho deciso che, se fosse stato tutto a posto, sarebbe stato il momento dell'evoluzione. Skrillex sarebbe diventato Ultron. E, vedi un po' le coincidenze, quando ho pensato 'sta cazzata, mica me lo ricordavo che proprio il 22 aprile sarebbe uscito al cinema Avengers: Age of Ultron. Pensa te. Sta di fatto che oggi abbiamo fatto tutto il giro di visite, esami, controlli, ecografie con le luci stroboscopiche, varie ed eventuali, compresa la sessione "Fare qualsiasi domanda cretina che mi passi per la testa perché vai a sapere, magari è importante". E Skrillex stava bene. Ottimo. Una volta tornati a casa, prima di telefonare a mia zia per dare la lieta novella e mettermi quindi a scrivere questo post per liberarmi da quell'attacco d'ansia che mi prende quando all'improvviso mi trovo a sapere una cosa che mi piacerebbe condividere col mondo ma per qualche motivo non posso farlo (pare che porti sfiga), ho preso in mano la cartelletta di cartone con l'elastico in cui teniamo tutti i documenti e ho tirato una riga sopra a SKRILLEX, per scriverci sotto il nuovo nome a caratteri cubitali. E insomma, ecco, è successa questa cosa, sto aspettando un Ultron.
E sabato sono in settima fila all'Imax. Purtroppo in 3D ma, insomma, perlomeno in lingua originale.
9 commenti:
Hei, caspita, congratulazioni :D
Congratulazioni!
questo tuo post delirante è qualcosa di meraviglioso!Ultron: benvenuto!!!
Congratulazioni!
Grazie cari.
E io che credevo fosse la recensione del film... e invece è l'annuncio degli annunci :DD
Congratulazioni a tutti e tre!
Grande Andrea! Un Giopeppino! O una Giopeppina! Felicitazioni!!!
Congratulazioni a te e Giovanna!
Congratulazioni!
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