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13.1.06

Quattro donne

Four Women (USA, 2001/2002)
di Sam Kieth
Edizione italiana a cura di Magic Press


Quattro donne, unite da una comune e tragica esperienza, che le ha segnate e divise, che non potranno mai scordare.

Quattro esperienze, prosciugate e filtrate dal velo dei ricordi, dalla memoria selettiva, dalla soggettività delle percezioni, da una forma di autodifesa inconscia e involontaria.

Quattro volte lo stesso episodio, quattro volte lo stesso racconto, quattro punti di vista, quattro passi verso l'espiazione.


Sam Kieth, ormai autore maturo e completo a pieno titolo, mette il suo stile evocativo e visionario al servizio di una storia cruda e crudele. Violenta i suoi personaggi e li costringe ad affrontare un male profondo, radicato nell'animo. Affronta un tema difficile con cattiveria e sensibilità, non si abbandona al patetismo, non scade nel gratuito, tocca tutti i tasti giusti e lo fa con delicatezza e decisione. Gioca coi suoi personaggi, caricature stereotipate di tratti tipici dell'animo umano, marionette irrealistiche e dall'espressività esagerata, teatrale, viva. Kieth prende il racconto e lo decostruisce, sfilacciandone la struttura narrativa e ricomponendola a brani, che si sovrappongono e si negano, filtrati dall'arbitraria ricostruzione di una voce narrante che sceglie di non (poter) ricordare e non (voler) raccontare la verità.

Quattro donne parla di amicizia e sofferenza, di egoismo e voglia di vivere, di scelte difficili e tremende conseguenze. Racconta un episodio qualunque, tragico e insopportabile proprio per la sua casuale e folle normalità.

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