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7.1.12

Il capodanno a fumetti di giopep


Rientro in Italia per un paio di settimane + quattro giorni in montagna = passo in fumetteria, ritiro tre mesi di fumetti e leggo tutto in neanche una settimana. Ed ecco quindi il nuovo appuntamento con la rubrica fumettistica più inutile, meno letta e dal più alto tasso di opinioni a caso dell'interwebz.

All Rounder Meguru #4/5 ****
La cosa più affascinante di All Rounder Meguru, forse, è il modo in cui riesce a utilizzare tutti gli elementi classici del manga sportivo in una maniera a modo suo fresca e particolare. Dopo una parte di preparazione, in cui sono stati introdotti diversi personaggi, drammi, situazioni tutto sommato non molto distanti dai soliti stereotipi del genere, si passa inevitabilmente a un primo torneo in cui questi caratteri finiscono per scontrarsi. L'approccio però quasi dimesso, molto poco enfatico ed emozionale, oltre che tecnico e realistico (o, perlomeno, che sembra tale a un totale ignorante in materia come il sottoscritto... credibile, insomma) rende la lettura appunto nuova, molto poco già vista e carica di emozioni. Insomma, si conferma fra le nuove letture più interessanti del momento, come del resto era lecito attendersi dall'autore di Eden.

Happy #7/8 ***
In direzione completamente opposta va Happy, che sugli stereotipi da manga sportivo ci costruisce una struttura forzatamente emozionale, emotiva, ipermelodrammatica, dalla comicità esagerata. In tutto questo il tono è talmente, costantemente, esageratamente sopra le righe che ne viene fuori una roba stupidina, adorabilmente simpatica, piacevolissima da leggere e seguire nonostante la possanza dei singoli volumi. E poi i disegni di Urasawa sono sempre un piacere.


Billy Bat #1 ****
A proposito di Urasawa. Detto che stiamo già al quarto malloppo, ma io son fermo al primo perché il numero 2 si è perso nelle sabbie del tempo e lo devo recuperare, Billy Bat mi sembra un ritorno allo stile delle altre sue opere: contorto, ricco di misteri, appassionante, capace di fondere trovate ai limiti dell'assurdo con un taglio per certi versi anche piuttosto realistico. Un buon inizio, magari un giorno scoprirò se è andato avanti bene.

Arcobaleno di spezie #10/11 ***
Solita conclusione da Mitsuru Adachi per quello che a conti fatti, nonostante l'ambientazione storica e un incipit completamente assurdo, sulla distanza si è rivelato essere il solito, medio, fumetto di Mitsuru Adachi. Semplice, lineare, prevedibile, gradevole, romantichino senza eccessi. Capisco possa stancare, io lo trovo piacevole come la tazza di the a metà pomeriggio.

Linea di sangue ***
Insomma, 'sti romanzi a fumetti Bonelli sono l'emblema del trestelle. Roba gradevole, realizzata con decoro, che si lascia leggere, magari ha qualche aspetto notevole (ho sempre avuto un debole per Roberto Diso), ma a conti fatti non ti lascia dentro nulla di memorabile e potevi pure farne a meno. Boh.

Shanghai Devil #1/3 ***
Esattamente quel che mi aspettavo dal (più o meno) seguito di Volto Nascosto: una serie solida, intrigante, ben scritta e disegnata, che deve buona parte del suo fascino al lavoro di ricerca storica e documentazione. Il punto è che si respira davvero con forza il profumo di un'epoca lontana, e per di più la Cina è un'ambientazione sempre molto fascinosa (certo, in questo, il salto rispetto all'Italia della precedente serie è notevole). Insomma, un gran bell'esordio.


Una lieve imperfezione ****
Storie di amori nati storti, inadeguatezze caratteriali, difficoltà d'integrazione per minoranze razziali, messe in mano a un protagonista dai tratti insopportabili, incapace di guardare al di là del proprio naso e di prendere coscienza dei propri errori, del proprio modo d'essere, di come si rapporta (male) col resto del mondo. Insomma, storie universali. Dimessa, semplice, per nulla o quasi romantica, molto poco melodrammatica, piacevolissima lettura, anche se è la prima cosa di Tomine su cui metto le mani e non ho idea di quanto si distingua dal resto della sua produzione. Magari è tipo Adachi e questa è la centosessantesima storia che scrive e disegna uguale a tutte le altre.

Gang Bang ***
Legato a Il Manifesto e ai suoi quattro decenni di vita, un volume che racchiude storie di vari autori italiani dedicate ad eventi importanti coperti dal quotidiano negli ultimi quarant'anni. Data la natura dell'operazione, è normale che ne venga fuori una raccolta dal filo conduttore un po' instabile, un frullatone di racconti che hanno poco in comune e colpiscono in maniera magari anche molto diversa a seconda dell'esperienza personale di chi legge. Una buona metà del volume, però, mi sembra indiscutibilmente di ottima qualità, e pazienza se nel resto c'è qualcosa che non convince fino in fondo (l'episodio sulle cospirazioni, per esempio, sembra figlio di un gran sbattimento, ma il risultato mi risulta un po' troppo calcolato, freddo, ermetico).

Raqiya #2/3 ***
Non riesco a capire se 'sto Raqiya mi piaccia o no. Il taglio forzatissimo mi annoia un po' e lo svolgersi del racconto mi sembra piuttosto prevedibile, però il fatto di affrontare in questa maniera gli argomenti di cui parla me lo rende piuttosto simpatico. Mi sa che entrando in zona "guilty pleasure da cui non riesco a separarmi". A tal proposito...

Sezione "solita roba, magari anche ottima, su cui non ho nulla di nuovo da dire"
Worst #23 ***, Naruto #54/55 ***, Blue Exorcist #3/6 ***, Real #10 ****, Homunculus #13 ****, Il grande sogno di Maya #47 ***, Q&A #3/4 ***, L'immortale #27 ****, Un marzo da leoni #4 ***, Lilith #7 ***

L'immortale, Real e Homunculus sono sempre letture davvero ottime. Il resto è roba di cui potrei serenamente fare a meno, ma che in fondo è sempre un piacere leggere. Credo.

3 commenti:

per curiosità come mai vivi in Germania? di solito chi vive all'estero va a Londra o in America

@Anonimo
Ho seguito la mia dolce metà, che si spostava a Monaco per lavoro. Oh, poi, la locomotiva d'Europa!

(fino a che non finisce il carbone)

@littlexaus
Ma sì, perché no, guilty pleasure. Manca adolescenziale decoroso, mi piace lo stile grafico, si legge sereno. Certo, siamo nettamente entrati in zona "ok, finiscila", ma come lettura spensierata non lo trovo pessimo. :)

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