Agent Carter 01X07: "SNAFU" (USA, 2015)
creato da Christopher Markus e Stephen McFeely
puntata diretta da Vincent Misiano
con Hayley Atwell, James D'Arcy, Shea Whigham, Chad Michael Murray, Enver Gjokaj, Bridget Regan, Ralph Brown
Al termine di un'altra ottima puntata per quella che a conti fatti, pur fra qualche alto e basso (e in attesa di scoprire come andrà coi progetti Sony e Netflix), rischia davvero di essere la miglior serie fumettistica sulla piazza, mi sono rimasti in mente soprattutto due pensieri. Da un lato, l'apprezzamento per il modo in cui, come già in Agents of S.H.I.E.L.D., gli autori riescono a iniettare improvvise botte di atmosfera cupa e svolte drammatiche all'interno di una serie che in larga misura punta su un taglio solare, colorato e accattivante. Dall'altro, la bravura di Hayley Hatwell, che qui splende anche più del solito e si mangia la scena a più riprese, rubandola a tutti quanti nelle varie fasi di un confronto multiplo a parole davvero ben condotto. L'unico che le tiene testa è James D'Arcy e infatti i duetti tra i due rimangono fra i momenti più gustosi della serie.
Ma in realtà ci sono altri aspetti che mi hanno colpito. Per esempio il modo un po' subdolo, poco appariscente, in cui gli autori sono riusciti a rendere interessanti personaggi che sulle prime parevano cartonati o poco più. A conti fatti, senza neanche accorgermene, mi sono affezionato al cast e mi sono ritrovato abbastanza in preda alla tensione quando è diventato evidente in fretta che in questa puntata qualcuno rischiava di lasciarci le penne. Oltretutto, la scena in cui è poi accaduto è stata davvero ben gestita, a coronamento di una puntata che ha saputo perfino dare maggior senso a tutta la faccenda dell'ipnosi, con un bel viaggio surreale nella mente della vittima.
A proposito, un'altra testimonianza della qualità di Agent Carter sta nel fatto che, di settimana in settimana, ci si trova a chiacchierare soprattutto delle puntate in sé, senza perdere troppo tempo dietro a riferimenti e omaggi incrociati ai fumetti. E non è che questi ultimi manchino, fra il programma Vedova Nera, Leviathan, quella macchietta di Ivchenko (che sembra proprio essere una reintepretazione del dottor Faustus) e l'armatura Stark protagonista qui del gran finale, che fa ovviamente pensare a una certa altra armatura targata Stark senza che la cosa risulti forzata o troppo sottolineata. Insomma, Agent Carter, pur non facendo nulla per cui valga la pena di gridare al miracolo, è proprio una bella (mini)serie, caricata splendidamente sulle spalle di un'ottima attrice, interessante nei temi e capace di alzare a dovere il ritmo quando serve. Speriamo che la prossima puntata riesca a chiudere tutto come si deve.
E poi tornano gli agenti del presente, con tutto il loro carico di inumani e di inevitabili aspettative. Incrociamo i diti e speriamo bene.
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