Oggi, in linea di massima, avrei voluto scrivere qualcosa su Hotline Miami, che ho recuperato relativamente di recente e m'è piaciuto in maniera esagerata. Solo che il mare, il relax, il sole, l'arietta fresca, gli scampoli di lavoro, whatever e insomma, sarebbe stato un po' difficile riuscirci. Però ho trovato un modo per pubblicare qualcosa anche oggi. Nulla di che, più che altro un post all'insegna della mesta rassegnazione, per segnalare che alla fine è arrivata la sconfitta e, dopo diciotto anni consecutivi, la rassegna Cannes e dintorni, che portava i film del Festival di Cannes nei cinema milanesi, non si terrà. Le ragioni stanno nella lettera aperta che metto qua sopra, inviata da Agis Lombardia agli iscritti. Cliccandoci su dovrebbe essere possibile leggerla in formato ingrandito. E, insomma, con tutto che io, da quando mi sono trasferito all'estero, quelle rassegne non le frequento più, una lacrimuccia onoraria la verso comunque. M'hanno accompagnato per una valanga d'anni, da circa metà dei Novanta in poi, durante i quali mi sono fatto fior di maratone, correndo di qua e di là, sparandomi film come se non ci fosse un domani, dormendo, fuggendo e mangiando quel che capitava, dove capitava, come capitava, ma soprattutto guardando un sacco di roba che altrimenti non avrei mai visto. Ho ancora diversi dei programmi nel cassetto, assieme alle tessere tutte belle bucherellate, e per molti versi si tratta di un pezzo importante della mia vita, che per altro gode delle sue brave manifestazioni anche in questo blog. E sostanzialmente è un peccato. Un altro dei tanti. Poi, per carità, #firstworldproblems, ci mancherebbe, ma insomma, eh.
Se poi qualcuno per caso fremesse dalla voglia di sentirmi chiacchierare di Hotline Miami, l'ho fatto nell'ultimo Outcast Magazine, che sta a questo indirizzo qua.
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