The Walking Dead 04X16: "A" (USA, 2014)
con le mani in pasta di Scott Gimple e Robert Kirkman
episodio diretto da Michelle MacLaren
con Andrew Lincoln, Danai Gurira, Chandler Riggs, Norman Reedus, Jeff Kober
Ecco, questi sono gli episodi che, da appassionato del fumetto, apprezzo non poco, perché riescono a proporre una versione rielaborata del materiale d'origine, che finisce per essere allo stesso tempo attesa e sorprendente. Di fondo, in questa puntata, è accaduto bene o male quello che mi aspettavo, ma in una versione "un po' diversa", figlia della situazione differente costruita e per questo interessante per il modo in cui si sono mossi i vari attori. E allo stesso tempo si è andato a creare uno scenario futuro che sembra voler anch'esso proporre un rimaneggiamento di cose viste nei fumetti ma tende a non darti un'idea precisa di dove voglia andare a parare. Insomma, per me, in quest'ottica, il lavoro fatto è eccellente e di fondo riesce a rendere il tutto almeno un po' sorprendente. Il che non è poco, se consideriamo che la stragrande maggioranza di ciò che dovrebbe generare shock, per chi come me già conosce la saga, tende inevitabilmente a uscire un po' anestetizzata.
Ma al di là di questi pipponi mentali, l'episodio in sé è esso stesso un mix di sorprese e cose che era lecito attendersi. Sperare che venisse risolto tutto in questi quarantacinque minuti era forse troppo, ma comunque, per quelli che sono solitamente i tempi lunghi della serie, vedere "gestita" la faccenda redneck in questa maniera immediata, diretta e brutale è stato bello, ancor di più se si mette in mezzo il fatto che tutta la sequenza è stata messa in scena con una buona padronanza della tensione e con un'improvvisa esplosione di forza che non solo ripropone in maniera letterale un momento "storico" dei fumetti, ma segna un passaggio decisivo per l'evoluzione dei personaggi. Il rovescio della medaglia è che si tratta di un altro episodio "parziale", concentrato prevalentemente su un mini-gruppo e che non solo porta relativamente avanti il racconto "globale", ma aggiunge all'inevitabile cliffhanger legato al casino del momento il dubbio su che fine abbia fatto Beth e il non aver più rivisto la coppia della disperazione Carol/Tyreese. E per carità, alla fine è parte del cliffhanger ed è pure inevitabile per la struttura utilizzata in questa seconda metà di stagione, che comunque io, ripeto, ho apprezzato, ma immagino a molti abbia dato fastidio.
Al di là di questo, la seconda metà dell'episodio è altrettanto intrigante e ben orchestrata nella gestione dell'ingresso a Terminus, ma paga secondo me qualche lungaggine nella sequenza delle "smitragliate", che finisce per far crollare la tensione e rendere meno forte quello che, comunque, è forse il primo vero cliffhanger forte di fine stagione da quando The Walking Dead ha avuto inizio. Però il suo dovere lo fa, suggerisce cose turpi sugli hobby della comunità di simpaticoni e lascia appesi su cosa potrà accadere. Le promesse di Rick evocano ricordi ben chiari dai fumetti, ma lo fanno in un contesto molto diverso, di netta inferiorità rispetto agli antagonisti e che quindi lasciano aperte possibili strade non necessariamente prevedibili. Senza contare che, a meno di trucchetti narrativi, per la prima volta dovremmo vedere una nuova stagione riprendere esattamente da dove s'era interrotta la precedente, senza salti temporali. Insomma, per quanto mi riguarda, questa quarta annata si chiude su una nota positiva e con diversi spunti interessanti anche per il futuro.
Io, comunque, un po' ci ho sperato, che partisse un colpo a caso in quella scena verso la fine e tanti saluti. Non che ci credessi, ma un po' ci ho sperato.
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