Justified - Season 2 (USA, 2011)
sviluppato da Graham Yost
con Timothy Olyphant, Walton Goggins, Natalie Zea, Jeremy Davies, Margo Martindale, Joelle Carter, Nick Searcy
Wow. Dopo aver visto i primi tre o quattro episodi di questa seconda stagione, pensavo di pubblicare solo questo. L'immagine qua sopra, i dati in grassetto e un wow. E basta. Sarebbe pure comodo, mi faccio il post del venerdì senza sbattermi troppo. Poi mi è venuto in mente che al posto di "wow" ci avrei potuto mettere qualcos'altro. Ma questo blog viene letto anche da gente facilmente impressionabile, quindi ho preferito evitare. Infine, ho deciso che valeva la pena di dire due o tre cose, per quanto ovvie. Se la prima stagione di Justified era già notevolissima, stra-divertente e appassionante nonostante qualche impaccio, qui svanisce praticamente ogni problema e, mamma mia, esplode tutto in un tripudio di gioia e amore. Justified non è solo un divertentissimo spacco, è proprio un poliziesco-western-redneck-quelchevipare appassionante, ricco, scritto da Dio, recitato benissimo e con un genio del casting a orchestrare la scelta degli attori. E in più le stagioni durano tredici episodi, così non c'è tempo per perdersi in cazzate bullsh@t.
Rispetto alla prima stagione, il mix fra sviluppo orizzontale del racconto e necessità di offrire episodi almeno in parte leggibili anche per i fatti loro è decisamente meglio orchestrato e le varie storie fluiscono in maniera decisa e pulita. Timothy Olyphant e la sua smorfietta da saccentino incazzoso sono sempre più a proprio agio in un personaggio adorabile, che riesce ad essere allo stesso tempo stra-autoironico, badassissimo, dolce e sfigatello. E che a quanto pare ogni anno deve prendersi una dolorosa raffica di cazzotti perché è convinto di poter menare gente più grossa di lui. Walton Goggins è enorme e si mangia tutti, e questo nonostante tutti siano semplicemente perfetti nei rispettivi ruoli, gestiti deliziosamente bene nel rimanere in costante equilibrio fra la macchietta da lurida provincia americana e il personaggio convincente. Nel giro di tredici episodi ci si diverte, ci si commuove, ci si gasa, ci si esalta, ci si appassiona e si scoprono perfino lati interessanti e ben rifiniti dei vari personaggi che l'anno prima erano parsi un po' sacrificati. Insomma, uno spettacolo.
I Bennett, poi, sono una banda di cattivi semplicemente deliziosa, roba che ti viene voglia di abbracciarli, stritolarli e buttarli giù da una scarpata. Lo sviluppo del personaggio di Boyd - agghiacciante il pensiero che inizialmente volessero ucciderlo nell'episodio pilota - è una cosa che scalda il cuore e forse l'unico aspetto un po' stonato sta nella facilità con cui Ava fa quel che fa. O forse no. Non bastasse tutto questo, Justified si prende anche il lusso di tirarti una sassata fortissima e farti presente che qui non si scherza affatto e, se c'è bisogno, ti ammazziamo sotto gli occhi anche gente che penseresti essere al sicuro. E poi quel finale così ruvido, asciutto eppure toccante, che ti lascia appeso con un groppo in gola. Insomma, mamma mia. Giù il cappello. Ne voglio ancora. Ne voglio di più.
La cosa bella del promo qua sopra? In tutta la seconda stagione, non solo non si vede questa scena, non c'è neanche mezzo stand-off, duello a colpi di pistola o sfida a chi estrae più veloce. Tutte cose invece ricorrenti nel primo anno. Eppure, in qualche modo, è un trailer perfetto. Sh@t.
Rispetto alla prima stagione, il mix fra sviluppo orizzontale del racconto e necessità di offrire episodi almeno in parte leggibili anche per i fatti loro è decisamente meglio orchestrato e le varie storie fluiscono in maniera decisa e pulita. Timothy Olyphant e la sua smorfietta da saccentino incazzoso sono sempre più a proprio agio in un personaggio adorabile, che riesce ad essere allo stesso tempo stra-autoironico, badassissimo, dolce e sfigatello. E che a quanto pare ogni anno deve prendersi una dolorosa raffica di cazzotti perché è convinto di poter menare gente più grossa di lui. Walton Goggins è enorme e si mangia tutti, e questo nonostante tutti siano semplicemente perfetti nei rispettivi ruoli, gestiti deliziosamente bene nel rimanere in costante equilibrio fra la macchietta da lurida provincia americana e il personaggio convincente. Nel giro di tredici episodi ci si diverte, ci si commuove, ci si gasa, ci si esalta, ci si appassiona e si scoprono perfino lati interessanti e ben rifiniti dei vari personaggi che l'anno prima erano parsi un po' sacrificati. Insomma, uno spettacolo.
I Bennett, poi, sono una banda di cattivi semplicemente deliziosa, roba che ti viene voglia di abbracciarli, stritolarli e buttarli giù da una scarpata. Lo sviluppo del personaggio di Boyd - agghiacciante il pensiero che inizialmente volessero ucciderlo nell'episodio pilota - è una cosa che scalda il cuore e forse l'unico aspetto un po' stonato sta nella facilità con cui Ava fa quel che fa. O forse no. Non bastasse tutto questo, Justified si prende anche il lusso di tirarti una sassata fortissima e farti presente che qui non si scherza affatto e, se c'è bisogno, ti ammazziamo sotto gli occhi anche gente che penseresti essere al sicuro. E poi quel finale così ruvido, asciutto eppure toccante, che ti lascia appeso con un groppo in gola. Insomma, mamma mia. Giù il cappello. Ne voglio ancora. Ne voglio di più.
La cosa bella del promo qua sopra? In tutta la seconda stagione, non solo non si vede questa scena, non c'è neanche mezzo stand-off, duello a colpi di pistola o sfida a chi estrae più veloce. Tutte cose invece ricorrenti nel primo anno. Eppure, in qualche modo, è un trailer perfetto. Sh@t.
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