di J.A. Bayona
con Naomi Watts, Ewan McGregor, Tom Holland, Samuel Joslin, Thomas Oaklee Pendergast
The Impossible racconta una storia vera e ci tiene a dircelo fin dai titoli di testa, scrivendolo chiaro e tondo, nero su bianco, e poi lasciando in particolare evidenza le parole "storia vera". La storia (vera) è quella di María Belón e della sua famiglia, che si stavano godendo le vacanze in un resort a qualche metro dalla spiaggia e si sono ritrovati travolti dal devastante tsunami di ormai quasi dieci anni fa. Non si racconta, quindi, lo tsunami e non si racconta la devastazione subita dal posto e da chi ci abita o abitava. Non si racconta nemmeno la tragedia di tutte le famiglie coinvolte: ci si concentra sul punto di vista di cinque persone e si mostra l'impossibile filtrato attraverso il loro sguardo. E probabilmente anche un po' romanzato, ché non c'è nulla di male, anche se Maria ha collaborato alla sceneggiatura nel tentativo di mantenere il racconto il più fedele possibile alla realtà. E anche se si è scelto - comprensibilmente, dai - di rendere il film più appetibile sul mercato internazionale "britannizzando" la famiglia e piazzandoci Naomi Watts ed Ewan McGregor.
La produzione, comunque, è e rimane spagnola, e in cabina di regia c'è J.A. Bayona, quello che tutti conoscono come il protetto di Guillermo del Toro che ha diretto The Orphanage. Ebbene, la formazione di Bayona, in The Impossible, è piuttosto evidente. Nonostante il film non rinunci alla commozione forte, che in una storia di questo tipo è francamente inevitabile, The Impossible non ha il tono stucchevole di altre operazioni simili e non ce l'ha soprattutto grazie al filtro del suo regista, alla capacità di mantenersi asciutto anche nell'esagerazione, oltre che alla bravura nel dirigere il suo piccolo cast e alla scelta di raccontare la mareggiata quasi come se fosse il mostro di un film horror. I toni, l'incedere della musica, il senso di terrore vero evocato e l'attenzione forte con cui ci vengono mostrate le conseguenze del disastro coinvolgono, disgustano, avvicinano alla tragedia e concedono di voltare lo sguardo solo in rare occasioni, quando anche il piccolo protagonista non riesce più a reggere la visione di una madre in fin di vita davanti ai propri occhi.
E in fondo è anche per questo che si sopportano, anzi apprezzano, la famiglia da Mulino Bianco dei minuti iniziali (ma del resto, durante una bella vacanza, i problemi svaniscono per qualche giorno, no?) e il melodramma, la tensione un po' forzata di quei momenti in cui tutti si cercano nello stesso luogo e nessuno riesce a trovarsi fino a che non scatta la coincidenza. Per la forza espressiva con cui esplode il disastro, certo, ma anche per quei dettagli crudi, per l'efficacia con cui viene raccontato il viaggio personale di un bambino che nel giro di due ore (cinematografiche) passerà dalla strafottenza con cui osserva la madre spaventata durante un atterraggio all'incapacità di rimanere tranquillo durante un semplice decollo. Per la capacità di trascinarti così tanto nell'abisso da farteli desiderare, quegli abbracci e quel lieto fine.
Il film l'ho visto qua a Monaco, in lingua originale, ma francamente, al di là dei soliti discorsi di base (fedeltà, manipolazione del suono, ecc... ), una volta tanto, mi sento di dire che a guardarselo doppiato non è che si perda molto. E certe scene, di esser viste al cinema se lo meritano. Naomi Watts continua ad essere una donna di spessore, anche se l'ho vista un po' invecchiata.
3 commenti:
scusa l'off ma è uscita la lista dei registi per il reebot di batman chi vedresti meglio?
Darren Aronofsky
Guy Ritchie
Nicolas Winding Refn
Zack Snyder
Mathew Vaughn
David Yates
Duncan Jones
Neil Blomkamp
Rupert Wyatt
L'unica cosa importante è che se lo fa Zack Snyder glie lo scriva qualcun altro.
Ho avuto i lucciconi agli occhi per la prima ora del film. La seconda parte l'ho trovata un pò troppo, come dire...una botta di culo dietro l'altra che nemmeno se la vedevo ci credevo. Eppure è una storia vera. Bellissimo film. Da rivedere.
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