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12.9.13

Le streghe di Salem


The Lords of Salem (USA, 2012)
di Rob Zombie
con Sheri Moon Zombie

Soprattutto avendo ancora ben chiaro in mente il delirio che era Halloween II, non ho mai avuto particolari dubbi su cosa aspettarmi da Le streghe di salem: la sbroccata definitiva di Rob Zombie su degli argomenti e delle suggestioni estetiche che gli piacciono da impazzire. Del resto la natura stessa del progetto parlava chiaro: il caro Robertino aveva trovato qualcuno disposto a dargli i soldi necessari e carta bianca su come muoversi... sarebbe stato scemo a non sfogarsi nella maniera più assoluta, facendosi gli affari suoi e fregandosene di tutto e di tutti. Soprattutto, poi, considerando che arrivava dal doppio progetto su commissione, nel quale era comunque riuscito a infilare il proprio spirito in una maniera tutta storta, ma in cui dubito fosse riuscito a sentirsi totalmente, comodamente, assolutamente libero di fare quel che voleva fino in fondo.

Quel che forse non mi aspettavo, e che invece ho trovato, è un film tutto sommato a modo suo estremamente equilibrato nel fare - comunque - il cacchio che gli pare. Perché da un lato, sì, è innegabile, The Lords of Salem è sostanzialmente un gran pastrocchio in cui Zombie ha infilato una valanga di roba totalmente allucinata, ma dall'altro è anche un film con un suo ordine rigoroso, che di fondo reinterpreta Rosemary's Baby alla maniera zombiana, raccontando di streghe, possessioni e satanassi vari che si presentano sul pianeta terra in una maniera che sembra quasi dire "oh, qua si raccontano i fatti come stanno per davvero, perché rispettiamo la materia". E il bello è che questo avviene in un film che comunque si apre prendendola per il culo, la materia, con quel metallaro satanista impresentabile ospite alla radio, e si chiude con mezz'ora di sbrocco completo, delirio insensato che butta in faccia allo spettatore le simbologie più sbracate, buzzurre e vergognose che possano venire in mente. Insomma, è un casino, ma un casino con un suo senso.

Ed è soprattutto un casino fatto con quell'amore e quella passione che si vedono a occhio nudo, perché trasudano dalla celluloide. È il film della vita di Rob Zombie, è un insieme di citazioni cinematografiche, musicali e sataniste senza fine, unite dal filo conduttore di uno che comunque dimostra sempre di far cinema con consapevolezza e circondandosi di collaboratori con due palle così. Tant'è che, come al solito, The Lords of Salem è un film girato con una pazzesca cura per l'immagine, un piacere per gli occhi e tutto sommato anche per la mente, a patto di essere in sintonia con la poetica contemporaneamente colta, raffinata, redneck, burina e fuori di contenna che Zombie riesce sempre ad esprimere. Insomma, io l'ho trovato un discreto spacco, affascinante, divertente, ridicolo, inquietante, disgustoso, adorabilmente e teneramente profano. È forse il film più personale di Rob Zombie e già per questo non posso che volergli bene, e in più c'è sempre al centro la sua cara mogliettina Sheri Moon, a cui pure non posso che voler bene (nonostante l'eccessivo dimagrimento) e che oltretutto se la cava in maniera più che dignitosa nel ruolo. Insomma, per me, vittoria.

Ho visto il film qua a Monaco, al cinema, in lingua originale, nel corso del Fantasy Filmfest. In Italia è uscito parecchi mesi fa, ad aprile, mentre qua in Germania non sembra ancora essere prevista distribuzione. In fondo è un po' folle: una roba del genere, tutto sommato, non mi aspetterei mai di vederla distribuita in Italia, così, come se niente fosse, oltretutto priva di censure. Ma, ehi, non si finisce mai di stupirsi!

4 commenti:

Anche a me era piaciuto molto e per i tuoi stessi motivi. Derivativo, delirante, imperfetto ma comunque coraggioso e personale!

Beh, in Italia credo sia stato distribuito in un numero di copie che si contando sulle dita di una mano. Visto al cinema anch'io, i quaranta minuti finali sono una goduria.

A me è piaciuto molto ma dire che l'attrice/moglie se la cava bene nel ruolo...oibò. Come attrice non vale una sega, dai.

Mah, secondo me, per quel che doveva fare, non se la cava male. Poi, chiaro, mica sto dicendo che è Meryl Streep. È l'incoraggiamento per la studentessa che vedi che si sta impegnando.

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