All the Boys Love Mandy Lane (USA, 2006)
di Jonathan Levine
con Amber Heard e dell'altra gente
All the Boys Love Mandy Lane è il film d'esordio di Jonathan Levine, realizzato nel lontano 2006, proiettato in giro per vari festival e poi messo nel surgelatore dai Weinstein, che lo acquistarono a seguito del successo riscosso al Toronto International Film Festival ma - presumo - si intimorirono per le reazioni alle proiezioni in anteprima. Fatto sta che in seguito il film è uscito un po' dappertutto (tranne che in Italia, ci mancherebbe) ma solo l'anno scorso è stato distribuito in America, in qualche sala e sui servizi digitali. Nel mentre, Jonathan Levine ha diretto Fa la cosa sbagliata (di cui non so nulla se non che ha 7 su IDMB), 50/50 (che è molto bello anche se non ne ho mai scritto qua dentro) e Warm Bodies (che non è altrettanto bello ma è decisamente meglio di quel che si potesse temere). Ora, l'altro giorno mi sono visto spuntare il faccione di Amber Heard su Netflix, ho indagato, ho scoperto quel che ho scritto qua sopra... che dovevo fare? Me lo sono guardato!
E che ho trovato? Ho trovato un film interessante magari più nelle intenzioni che nei risultati, oltre che un po' invecchiato nel suo cercar di giocare con determinati stereotipi del genere slasher, alla luce di diversi altri film dalle intenzioni per molti versi simili usciti dopo la sua concezione (tipo, che so, quello là scritto da Joss Whedon). Di fondo, All the Boys Love Mandy Lane è la classica storiella di adolescenti pestiferi che vengono fatti a fette da un assassino misterioso, ma raccontata tentando di essere almeno un po' originali nei modi e nei tempi. Lo stile visivo ricorda quello "ruvido" e pseudo-documentaristico di Non aprite quella porta, ma viene filtrato da una confezione più laccata e immersa in una colonna sonora che ben si adatta ai (presunti) gusti dei protagonisti. Gli omicidi sono sufficientemente elaborati, ma non vengono messi in scena col gusto per lo spettacolo caciarone tipico dell'horror adolescenziale, anzi, esprimono perfino un certo disagio. La scrittura dei personaggi non sfugge dalla necessità di un cast pieno di adolescenti odiosi, ma riesce a caratterizzarli in maniera più piena del solito, dando vita a ragazzini tutto sommato credibili. Addirittura, è possibile affezionarsi a (quasi) tutti e non gioire quando vengono fatti fuori!
E poi ci sono i colpi di scena, anche questi piuttosto tradizionali per il filone, fra la rivelazione sull'identità dell'assassino e l'ulteriore paio di twist che ne seguono. Sono tutti abbastanza prevedibili ma - lettura mia, per carità - lo sono volutamente, espressi in maniera chiara fin dai minuti iniziali del film, col risultato di contribuire a un'atmosfera tutta particolare e una certa inquietudine sotto pelle, molto ben supportate da chi, con la propria recitazione, deve andar loro dietro. E quindi, alla fin fine, All the Boys Love Mandy Lane è un film ben confezionato e con diversi spunti interessanti, il cui successo festivaliero di otto anni fa non è certo difficile da capire. Poi, sì, oggi risulta abbastanza invecchiato e, soprattutto, lo risulta in quelli che sono i suoi principali punti forti, ma insomma, chi ama il genere è abituato a sciropparsi ben di peggio e comunque un'ora e mezza di Amber Heard ventenne che si magna il film non si butta mai via.
Io me lo sono visto su Netflix, in Italia non mi risulta essere uscito ma è un film di otto anni fa, non dubito che sia tranquillamente reperibile.
3 commenti:
Si trova anche sottotitolato, anche io l'ho visto qualche giorno fa e mi è piaciuto abbastanza
Amber Heard è più bella adesso, il chirurgo ha fatto un bel lavoro di rifinitura, lo stesso non si può dire di megan fox
Mamma mia povera Megan Fox, come si è ridotta.
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