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24.10.14

Goon


Goon (USA/Canada, 2012)
di Michael Dowse
con Seann William Scott, Jay Baruchel, Alison Pill, Liev Schreiber, Marc-André Grondin

Ispirato al libro Goon: The True Story of an Unlikely Journey Into Minor League Hockey, Goon racconta, rielabora, riciccia e romanza la storia di Doug Smith, cambiando un cognome e facendo bene o male quel che ogni film di questo genere deve fare: ispirarsi alla verità per raccontare un'altra storia, quella che si vuole mettere in scena. E, in questo caso, che storia è? È la storia di Doug Glatt, sempliciotto graziato da un fisico, una resistenza e dei cazzotti da picchiatore d'elite, vergogna della propria famiglia e impiegato come buttafuori presso un locale della sua cittadina. Doug è appassionato d'hockey e vive nel mito di Ross Rhea, "enforcer" nell'NHL e massimo esemplare del ruolo di chi si lancia sul ghiaccio solo e unicamente per un motivo: spaccare la testa agli avversari. Per pura coincidenza, Doug viene notato da un coach locale e il suo talento da picchiatore lo porta a una carriera nelle leghe minori, a fare da guardia del corpo a una stellina decaduta e, ovviamente, a scontrarsi con un Rhea a fine carriera. Tutto questo viene raccontato in un film delizioso, che riesce ad essere tenerissimo, adorabilissimo e mortalmente cicci nonostante racconti di cretini che si esprimono solo per volgarità e che passano le giornate rompendo nasi in ogni direzione.

Il merito sta in larga parte sulle spalle di Seann William Scott, orsacchiottone sempliciotto che ti stordisce con la sua candida idiozia e ti ammalia con un sorrisone irresistibile. Per certi versi mi ha un po' ricordato - attenzione, riferimento geek che capiranno in pochi - l'Hana Tsukishima di Worst, ma in realtà qua si va anche oltre e c'è proprio una sottile linea di adorabile ingenuità che distrugge qualsiasi barriera, nel film e nel cuore dello spettatore. Mi sto perdendo. Il punto è che è veramente impossibile non ritrovarsi ad adorare Doug, a desiderare di abbracciarlo forte forte, e a quel punto il gioco è fatto: sei coinvolto, tifi per lui e ti bevi tutto quanto. Certo, poi aiuta anche il resto del cast, davvero ben assortito, e soprattutto la sceneggiatura del solito duo della commedia sboccata agrodolce Jay Baruchel / Evan Goldberg.

Completa la magia Michael Dowse, che dirige alternando scene sul ghiaccio molto classiche ma estremamente efficaci a momenti da dolcissima commedia romantica, infilando nel mezzo tutta la volgarità marchio di fabbrica della coppia di sceneggiatori e tirando fuori una creaturina strana, tutta sanguinante, brutale e adorabile. Poi magari si può decidere di incancrenirsi sul fatto che il film non è troppo fedele alla realtà, ma insomma, sui titoli di coda si vede anche il vero Doug Smith, che ha pure dichiarato di essere contento per come è venuto fuori il film. Che gli vuoi dire? Niente, figurati, anzi, si sono pure messi a lavorare sul seguito.

Fun Fact: in Francia l'hanno intitolato Fight Games. E poi voi vi lamentate, dico io. Comunque, contro ogni previsione, scopro che in Italia è uscito, direttamente in DVD. Io nel dubbio me lo sono guardato su Netflix.

1 commenti:

M'hai convinto, lo aggiungo alla coda.

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