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31.1.11

La principessa e il ranocchio


The Princess And The Frog (USA, 2009)
di Ron Clements e John Musker
con le voci di Anika Noni Rose, Bruno Campos, Keith David, Jennifer Cody, Oprah Winfrey, Terrence Howard


Nel 2004, dopo l'uscita di Koda fratello orso, qualcuno in Disney ha deciso che era ora di basta con l'animazione tradizionale. Due anni dopo, John Lasseter, dopo aver definitivamente preso il controllo della situazione, ha deciso che non era ora di basta, non c'era motivo per cui fosse ora di basta, e fosse invece ora di riprovarci. Anche per chiarire che non erano stati lui e la Pixar ad ammazzare l'animazione tradizionale Disney, quanto piuttosto Disney stessa, con una serie di uscite quantomeno discutibili. Nasce così La principessa e il ranocchio, quarantanovesimo film d'animazione Disney (escludendo i Pixar, ma includendo robacce in CG come il terribile Dinosauri).

E nasce un gran bel film d'animazione, che abbraccia nel miglior modo possibile la tradizione Disney e va molto vicino a riagguantare i fasti di quegli spettacolari anni Novanta. Una favoletta divertente, emozionante, con soluzioni visive a tratti strepitose (soprattutto, ovvio, nei numeri musicali), una colonna sonora gran bella, un doppiaggio fantastico (Jennifer Cody semplicemente fuori scala, ma anche la colonia di lucciole redneck non scherza), toni meravigliosamente oscuri per il villain e un momento di sincera e coraggiosa commozione nei minuti finali. Si può chiedere di più? Boh, magari anche sì, ma insomma, io di queste cose son vittima facile e infatti mi accontento, così come sembrano avere fatto critica e pubblico, al punto da convincere chi comanda a realizzare un nuovo film "classico" ogni due anni (nel 2011 tocca a Winnie e Tigro, trovate il delizioso trailer qua, ta ta for now).

E il primo che attacca a dire che i disegni animati sono roba vecchia, basta con le fiabette, i musical gne gne gne, gli infilo le dita negli occhi. Siete gente brutta.

Il film l'ho guardato in lingua originale sul Disney Channel. E, intendiamoci, ottimo che il Disney Channel mi permetta di guardarli in lingua originale, anche se apprezzerei l'alta definizione, però quella caspita di sagoma enorme di Topolino in basso a sinistra per tutto il film potreste anche risparmiarmela. Comunque, in True Blood, quando parlano di New Orleans, dicono "nuorlean", alla francese. In questo film, che è ambientato a New Orleans, dicono "nuorliiins", all'ammerigana.

28.1.11

Azercast


Ho pubblicato ier sera il nuovo episodio di Outcast: Chiacchiere Borderline, quello in cui riusciamo a parlare per un'ora pur avendo due soli argomenti di cui discutere. E poi ci aggiungiamo altre robe, tipo una nuova rubrica e una manciata di giochi giocati. Le solite cose, sta tutto a questo indirizzo qui.

Credo sia la prima volta che usciamo con un episodio in cui parliamo di un gioco il giorno stesso in cui il gioco esce nei negozi. Mica male, no?

24.1.11

Monaco, prime impressioni


- In aereo ci si arriva veramente in un attimo. Praticamente quando finisce la manovra di decollo si sta già atterrando.

- Fa un freddo bastardo porco.

- A Colonia le edicole della stazione centrale avevano Edge, GamesTM e Retrogamer. A Monaco sono entrato in un po' di edicole ma nisba. All'aeroporto, però, ho trovato Edge e GamesTM. Devo capire bene 'sta roba, ché altrimenti è la volta che mi abbono a Retrogamer.

- Non ci sono tantissimi Starbucks (ma comunque ci sono e mi sono sparato il mio paio di White Chocolate Mocha... anzi, lì lo chiamano White Caffè Mocha), ma in compenso ci sono ottomila catene simili autoctone.

- Non ho capito se la vita costi tanto. Ho mangiato fuori una sera e i prezzi mi sono sembrati simili a quelli milanesi (quindi certo non bassi, ma neanche più alti di quelli a cui sono abituato). Non ho guardato bene i prezzi nei supermercati, al di là del fatto che la De Cecco costa 1,80 euro (all'esselunga costa 1,15/1,25). Però, insomma, mi pare normale che la pasta importata dall'Italia costi di più.

- Il cinema costa una sassata, ma una sassata non particolarmente diversa dalle sassate che ti tirano catene italiane stile UCI. Il cinema a cui sono andato, però, non è il cesso che è invece l'UCI medio. Ed è un paese civile in cui accanto ai film doppiati proiettano i film in linga originale.

- Hanno le tastiere QWERTZ. Con la Z al posto della Y. Non ho parole.

- S'è già trovato un appartamento abbastanza consono alle esigenze, anche se restano da valutare dei fatti importanti (tipo che se non c'è una linea ADSL degna di questo nome non può andare bene).

- Vicino a quell'appartamento, va detto, c'è un fantastico ed enorme supermercato che vende solo roba cinogiappothai e simili.

- Vicino a quell'appartamento, va detto, non c'è Starbucks. Che è una cosa positiva per la mia salute.

- La città mi sembra molto bellina, piena di verde e con tante robe diverse da un quartiere all'altro.

- La metropolitana funziona, è pulita, è riscaldata e arriva in orario. Il tutto nel contesto di un sistema in cui l'acquisto e la timbratura del biglietto sono del tutto lasciati nelle mani del singolo cittadino, dato che non ci sono tornelli di sorta. E la mia esperienza non fa certo statistica, ma in una settimana trascorsa a Berlino, una settimana a Colonia e un weekend a Monaco non ho mai visto un controllore. Provo a immaginare la stessa situazione in Italia e mi esce il sangue dalle orecchie.

- A Berlino ci sono ventitré Dunkin' Donuts. Poi ce ne sono tre a Dusseldorf, due a Colonia, uno a Essen e uno a Gelsenkirchen. Nessuno a Monaco. :(

- Nel ripartire da Monaco, se si deve mangiare all'aeroporto, meglio farlo prima dei controlli. Dopo i controlli, fa tutto schifo.

- Air Dolomiti si conferma linea aerea dal buon gusto culinario. L'altra volta prosciutto crudo e parmigiano. A 'sto giro merendina con ottimo yoghurt e pezzi di frutta vera.

Mi piacerebbe provare a raccontare un pezzetto alla volta l'esperienza dell'emigrare. Finirà tutto nel nulla come ogni progetto legato a questo blog.

21.1.11

Sotto un cielo cremisi/Devil Red


Vanilla Ride (USA, 2009)
Devil Red (USA, 2010)
di Joe R. Lansdale


Mentre iniziavo a scrivere questo post, mi sono passate davanti agli occhi una serie di coincidenze. Anobii mi dice che ho letto Sotto un cielo cremisi a cavallo fra giugno e luglio del 2009. Ero in aereo per un press tour londinese di marca EA, e i miei compagni di viaggio mi chiedevano che caspita ci fosse di tanto da ridere in quel libretto che stavo leggendo. L'archivio di SMS del mio cellulare mi dice che era invece il 9 ottobre 2010 quando, per pura coincidenza, sono entrato da Feltrinelli e mi sono trovato davanti Lansdale che presentava Devil Red. Devil Red che ho letto all'inizio di questa settimana, in aereo per un press tour londinese di marca EA.

Nel 2009, otto anni dopo l'uscita del precedente episodio, ma non troppo incidentalmente poco dopo l'esplosione della Lansdale mania in Italia, Joe R. Lansdale pubblica Sotto un cielo cremisi, settimo romanzo del ciclo di Hap Collins e Leonard Pine. Io lo compro, lo leggo e non ne scrivo qua dentro. Ed è il primo libro di Lansdale che leggo senza poi scriverne qua dentro (non è vero, c'è anche Mucho Mojo, ma non vale: l'ho letto a fine anni novanta, quando ancora questo blog non esisteva. Fra l'altro è uscito in Italia nel 1996, dieci anni esatti prima che io aprissi il blog. Ehi, è un'altra coincidenza!).

Perché non ho scritto di Sotto un cielo cremisi qua dentro? Perché così ha sentenziato il caso, visto che è ormai quello a decidere cosa appaia in questo blog. Ma mi piace pensare che in fondo un po' me lo sentivo. Cosa? Che Sotto un cielo cremisi era in realtà la prima parte di una storia spezzata in due e conclusa col successivo Devil Red (della cui pubblicazione, intendiamoci, non sapevo nulla e non avrei saputo nulla fino a quel 9 ottobre 2010). Due episodi in due anni, dopo otto anni di silenzio. Una coincidenza? No, è che evidentemente Lansdale si è accorto di poter fare soldi facili riesumando lo smilzo e il negrone e ha scelto di cavalcare l'onda delle reunion cacasoldi già tema portante degli ultimi due/tre anni della scena musicale mondiale. Dagli torto.

Comunque, Sotto un cielo cremisi, lo ammetto, me lo ricordo appena. Me lo ricordo sicuramente piacevole (del resto Anobii mi dice che gli ho affibbiato tre stelle), senza dubbio molto divertente (d'altra parte ridacchiavo come un cretino mentre lo leggevo in aereo) e un po' deludente nella figura di 'sto super assassino che si merita il titolo ma, di fatto, rimane proprio poco impresso nella memoria. Ricordo di aver pensato che alla fine non era particolarmente meno riuscito del precedente Capitani oltraggiosi, cui fra l'altro già mancava un po' quella fantastica scintilla degli episodi precedenti. Insomma, ricordo che, come probabilmente è inevitabile per il settimo episodio di una serie, mi sembrava una roba un po' solo per i fan.

E Devil Red? Eh, Devil Red, che invece mi ricordo bene perché l'ho letto tre giorni fa, è un po' la stessa cosa. Solo che fa molto meno ridere e punta molto più sul romantico machismo comunque caratteristica fondamentale di Hap, Leo, Joe e Lansdale. Ed è insomma un polveroso racconto di uomini duri duri duri e un po' teneri, che fanno rispettare la loro legge nel buzzurro Texas d'oggidì. Prendono tanti cazzotti in testa, combattono un destino avverso, ma si rialzano sempre in piedi e con la battuta pronta. E ancora una volta, oh, non sarà magari il miglior episodio della serie, ma è comunque una roba piacevolissima da leggere e tutto sommato imperdibile per chi ama i suoi due antieroi. Perché in fondo, dopo una ventina di pagine, ti senti subito a casa e non riesci a smettere fino alla fine.

E dopotutto ci sono saghe peggiori a cui appassionarsi. Tipo, che so, quella di Robert Langdon.

Li ho letti in italiano. Perché, boh, così mi andava, e perché quando sono in una libreria e mi trovo davanti un libro che mi interessa, oh, non ce la faccio mica sempre a dirmi "no, fermo, su Internet lo trovi in lingua originale e niente niente lo paghi pure meno". Faccio fatica a controllarmi, in libreria. Comunque, la traduzione mi sembra buona, scorrevole e leggibile, anche se ogni tanto emerge proprio la fatica di adattare all'italiano espressioni e modi di dire che con l'italiano non hanno nulla a che vedere. Siamo comunque lontani anni luce da certe nefandezze che si leggevano nelle traduzioni dei primi libri della serie (eh, purtroppo Una stagione selvaggia è l'unico che ho letto in lingua originale).

18.1.11

Volemose bene


Proseguiamo col trend dei post vuoti ma che fanno numero. Oggi segnalo che ho appiccicato sul blog due diversi metodi con cui eventuali persone a cui prude la carta di credito possono, se credono, darmi dei soldi. Qualsiasi cosa dovesse arrivare, sarà sicuramente utilizzata per produrre contenuti per il blog, dato che io spendo praticamente tutti i miei soldi per comprare roba di cui parlo nel blog. Il cibo me lo procuro rovistando nei bidoni dell'immondizia. Questa, diciamo, è la linea generale. Se poi dovessi scoprire che i miei lettori hanno veramente tanta voglia di foraggiarmi, magari si riorganizza la cosa diversamente. Tipo che chi mi dà i soldi mi può dire cosa comprare e recensire. Hahahaha, diosanto, ma che sto dicendo, non vedrò un centesimo.

Comunque.

Il fatto è che c'è stato un periodo in cui sul blog mettevo i video pubblicitari di Unruly. Ci ho fatto qualche soldo (poca roba, eh), ma li mettevo più che altro perché certe campagne pubblicitarie erano davvero fighe da guardare. Tant'è che spesso lasciavo sul blog campagne ormai terminate solo perché volevo mantenere il video figo. Poi non sono riuscito a infilare il player video in questo template in una maniera che mi soddisfacesse, e quindi basta. A un certo punto ho messo su i Google ads. Ma non funzionavano, immagino perché sbagliavo qualcosa io, e soprattutto sono brutti da fare schifo. Quindi ciao. E ora, boh, mettiamo le donazioni. Almeno non rompo le palle con le pubblicità brutte, non ci faccio comunque un soldo, ma perlomeno, se dovessero arrivare dei quattrini, sarebbe perché qualcuno proprio ci tiene a darmeli. Meglio, no? Sì.

Comunque.

I metodi di donazione sono due. Uno è il classico pulsantone Paypal. Siccome mi vergogno a metterlo, l'ho messo in fondo al blog. Ma proprio in fondo in fondo, eh, sta lì in basso. No, in realtà l'ho messo lì perché in questo modo ho finalmente messo qualcosa in quello spazio in cui c'era scritto da anni: "Non so cosa mettere qui". L'altro è Flattr, che è una roba davvero sfiziosa, che mi ha incuriosito assai quando me l'hanno segnalata ad agosto 2010, che ho deciso di mettere nel blog a settembre 2010 e che metto finalmente nel blog a gennaio 2011. E se vi sembra che sia lento a fare le cose, sappiate che fra le bozze di post creati e mai completati (men che meno pubblicati) c'è roba che risale a marzo 2006.

Dicevo, di Flattr. È una trovata figa per davvero: tu ti fai l'account, stanzi un budget mensile (minimo 2 euro) che sborsi per l'appunto ogni mese, e quel budget va a dividersi fra tutti i siti a cui in quel mese hai deciso di donare tramite Flattr. E quando dico in quel mese, intendo che la cosa vale appunto solo per quel mese. Il budget di ogni mese viene diviso solo fra i clic che fai in quel mese. Quindi, ovviamente, più donazioni fai e meno soldi riceve la gente a cui doni. Se doni a uno solo, prende tutto lui. Se non doni a nessuno, il tuo budget mensile va in beneficenza agli enti indicati in questa pagina. Fra i lati positivi di tutta la faccenda, quindi, c'è anche che chiunque si metta sul blog il pulsante di Flattr per tirare su qualche soldo, implicitamente, sborsa almeno due euro al mese ad altri. Insomma, bello, no? Sempre che abbia davvero capito come funzioni. Il pulsante per mandarmi soldi tramite Flattr, comunque, si trova in fondo a ogni post del blog.

Ordunque, fermo restando che non mi aspetto di ricevere un soldo, se non avete un account Paypal e volete farvelo, cliccate qua. Se non avete un account Flattr e volete farvelo, cliccate qua. Se volete pagarmi con un bonifico, chiedetemi l'IBAN via mail. Altrimenti amici come prima.

Che poi questa roba l'ho messa pure sul sito di Outcast, visto che c'è gente che ha chiesto come fare per darci dei soldi.

14.1.11

Nukecast


Ho pubblicato ieri il settimo episodio di Outcast Magazine, il primo del 2011, in cui parliamo di un bel po' di giochi piccoli e/o sconosciuti e/o brutti e/o che non interessano a nessuno. E fa il suo esordio il nuovo membro (termine non casuale) dello staff. Trovate l'episodio a questo indirizzo qui.

Wow, pur barando un po', ho pubblicato un post al giorno per tutta la settimana. Da quanto non succedeva?

13.1.11

Che bella giornata


Che bella giornata (Italia, 2011)
di Gennaro Nunziante
con Checco Zalone, Nabiha Akkari, Michele Alhaique, Ivano Marescotti, Rocco Papaleo, Tullio solenghi


So a malapena chi sia Checco Zalone. Sì, conosco la canzone dei mondiali e pure un paio di altre, perché ho passato tanti anni in ufficio con Ualone e Patriarca e se stai in ufficio con quei due le canzoni le conosci. Ma non sapevo o non mi ricordavo fossero sue. E poi so che ha fatto un film, Cado dalle nuvole, di cui mi han detto bene, e adesso un secondo film, Che bella giornata, di cui ho letto bene, anche per penna di gente della quale tenderei a fidarmi. Fine. Al che, dico, oh, ma vai a sapere, magari è bello per davvero. Andiamo, dai. Proviamoci. Tanto più che non so chi sia, 'sto Zalone, quindi non mi aspetto niente e parto con le migliori intenzioni.

E vado all'UCI Certosa qua dietro. Quello che devi ritirare il biglietto mezz'ora prima dell'inizio e il film inizia venticinque (sì, venticinque, ne hanno aggiunti cinque dall'ultima volta) minuti dopo l'inizio. Devi essere alla cassa a ritirare il biglietto prenotato cinquantacinque minuti prima dell'inizio del film. Durante il quale, fra l'altro, fanno otto minuti di intervallo. E il pavimento è appiccicoso. E la coca cola piccola misura circa due litri e mezzo. E i cassieri del bar sono più lenti del sottoscritto quando faceva il turno del lunedì mattina in edicola dopo aver passato la notte intera sveglio a giocare. Però puoi prenotare con l'app per iPhone, che è comoda e fica.

Ok, ma il film? Il film com'è? È un po' una cacata. Magari sono io che non ne capisco fino in fondo la raffinata comicità, ma no, non ho riso di gusto e molto spesso. Ho sorriso molto spesso, sì, lo ammetto. E nella parte centrale, quella più riuscita, mi ha preso pure qualche bella risata. E sì, ci sono un paio di ottimi attori che fanno bene il compitino e funzionano. Ma, oh, geniale, dai, ma dove? Zalone è simpatico, mi sta più simpatico di quanto pensassi, e nella costruzione delle gag, per carità, nonostante il taglio greve, c'è più intelligenza di quanto magari uno possa aspettarsi, ma insomma ci sono anche trovate che davvero le guardavo e mi sentivo in colpa per essere andato al cinema.

E poi, suvvia, è senza dubbio vero che attaccare senza ritegno argomenti ed entità che di solito in Italia sono inattaccabili è un bel merito, però il solo farlo non basta a farmi diventare migliore un film sostanzialmente mediocre. Specie se lo fai in questa maniera tutto sommato semplice e innocua. Anzi, peggio che innocua, bonaria, ammiccante, sostanzialmente reazionaria. E volutamente tale, perché in fondo, fra gli altri, stai "attaccando" anche chi poi il tuo film lo va a vedere.

La verità è che se l'avessi beccato zappando su Sky sarebbe finita a colpi di "ah, però, dai, non fa completamente cacare", ma se vado al cinema perché mi hanno detto che sarà una sorprendente genialata, boh, magari mi aspetto qualcosa di più che "ah, però, dai, non fa completamente cacare". Anche vero che se l'avessi guardato su Sky non mi sarei goduto il campionario di bassa umanità che mi circondava in sala e che sembrava uscito direttamente dalla visione parodistica (o forse no) dell'Italia raccontata dal film. In questo mi ha ricordato un po' Videocracy: quando vai a vedere questi film in sale gremite, sei circondato dai personaggi del film stesso. Altro che il 3D.

Se un giorno avrò un figlio, farà meglio a capire in fretta che alla terza domanda che mi fa ad alta voce durante la visione di un film scatta la gomitata FORTISSIMA in faccia.

12.1.11

Commando


Commando (USA,1985)
di Mark L. Lester
con Arnold Schwarzenegger, Rae Dawn Chong, Vernon Wells, Bill Duke, Alyssa Milano


Se mi chiedessero quali sono i miei tre film preferiti con Arnold Schwarzenegger, direi senza batter ciglio Conan il barbaro, Predator e Terminator. E starei fra l'altro barando, dato che con “Terminator” intendo “Terminator e Terminator 2”. A quel punto, però, chiederei di poter assegnare anche una Wild Card. Non saprei a quale darla fra True Lies e Last Action Hero (lo so, sembra assurdo, ma che vi devo dire?) e deciderei quindi di ignorarli. E a quel punto, che rimane? Commando, e non c'è Atto di forza che tenga.

Non è solo una questione di ricordi, di amore senza fine per quei tempi in cui si era tutti bambini e si passava il tempo apostrofandosi a colpi di “Ti ricordi quando ti ho detto che ti avrei ucciso per ultimo?” e “Avevi la pressione troppo alta”, chiedendosi cosa ci fosse dentro l'arca dell'alleanza e pensando che Ralph Macchio fosse un fico. Anche perché, se mi dovessi basare solo su quello, Commando sarebbe il miglior film con Schwarzy punto e basta, con giusto Predator in grado di tenergli testa. Oltretutto Commando l'ho rivisto in TV durante la settimana montanara di fine anno e me lo sono gustato come ci si gusta un grande classico del cinema che fu e non potrà essere mai più, divertendomi come un matto e godendomene ogni attimo.

Le fantastiche e orrende battute in bocca ad Arnie, le musiche partorite da un osceno threesome fra Monkey Island, Arma Letale e un film a caso di John Carpenter, quel modo fantastico di dire “no” del doppiatore italiano di Arnold, la pancia impresentabile di Bennet, la scena d'azione finale talmente brutta e noiosa che sembra l'abbia girata Christopher Nolan, l'elemento di detection messo assieme del tutto a cazzo di cane, il fatto che oggi, grazie ai telefoni cellulari, ci perderemmo l'immagine di Schwarzy che sradica la cabina telefonica col fesso dentro, il manico di scopa con attorno l'ufficiale dell'esercito... non c'è fine alla quantità di gemme contenute in questo cesso di capolavoro. Da guardare e riguardare, dieci, cento, mille volte. Come in un incubo di quelli in cui nuoti nella melassa o non riesci a camminare.

Se non parlassi anche di questo non sarebbe il mio blog. Detto, premesso e sottolineato mille volte che senza i “no” del doppiatore italiano Commando, per me, non sarebbe la stessa cosa, mentre lo guardavo non ho potuto fare a meno di chiedermi se, quanto e come si sia perso in traduzione con un film tanto basato sulle minchiate dette dai protagonisti. E in un paio di punti ho percepito chiara la sensazione “battute aggiunte ad minchiam” stile Die Hard 4.0. Al di là di questo, mi chiedo quanto questi film diventassero ancora più surreali e divertenti con quei dialoghi folli interpretati dall'accento marziale di Schwarzenegger.

11.1.11

Players #1


È in tutte le edicole virtuali (sì, vabbé) il numero 1 di Players, quello che se gli avete dato abbastanza soldi dopo aver letto il numero 0 potete leggerlo in anteprima e con la copertina figa o altrimenti vi tocca aspettare fino al 25 gennaio per la versione totalmente gratuita. La formula, comunque, è sempre quella, anche se lo diventa dopo quindici giorni: la rivista è gratis, si legge sul sito con l'applicazioncina o si scarica il pdf. Se poi piace e si vuole contribuire a un mondo migliore, si possono donare soldi che saranno utilizzati per comprare un piccolo stato africano. Il tutto sta a questo link qui.

Su questo numero i miei fan possono leggere una recensione di Another Year (l'ultimo film di Mike Leigh), una recensione di Y - L'ultimo uomo (un gran bel fumetto scritto da Brian K. Vaughn) e un articolo su Kinect in cui a dire il vero io mi sono limitato ad aggiungere qualche considerazione al testo scritto da un altro losco figuro (e a scrivere buona parte dei box sui giochi). Oltre alla mia roba, su questo numero ce n'è parecchia altra. Segnalo la bella recensione di Gran Turismo 5 by Fotone, l'intervista ad Alessandro Gottardo, un articolo su Satoshi Kon e un altro po' di roba a caso.

Y me lo sono riletto per l'occasione ed è davvero una figata. Another Year, invece, l'ho visto a giugno 2010. Se la recensione fa cacare, lamentatevi con chi me ne ha fatto scrivere sei mesi dopo.

10.1.11

I miei award dei videogGgiochi del 2010



Visto che ci sto prendendo gusto, a fare i post facili, eccoci qua anche con gli inevitabili awardz videogiocosi di giopep, terza edizione, impaginata in maniera sempre più brutta e fastidiosa per gli occhi di chi legge e pubblicata contestualmente all'avvio degli awardz su quell'altro sito lì.

Il miglior gioco del 2010 fra i tutto sommato quest'anno neanche poi così pochi che ho giocato
Super Mario Galaxy 2
E per il secondo anno di fila, Mamma Mia! Mi faccio tante pippe sulla storia, la narrazione, i cazzi e i mazzi, ma alla fine, se mi guardo indietro lungo questa strada di mattoni gialli che è la vita, il gioco che ricordo con più piacere di quest'anno finito giusto l'altro ieri è uno in cui la storia non c'è. Non c'è perfino anche di più che in Super Mario Galaxy, dove già non c'era. Fra l'altro ero indeciso con Bayonetta, altro gioco in cui il punto è il gioco, e non le cazzate che gli stanno attorno. Comunque, la notte trascorsa con Fotone, svegli in attesa di partire per la Gamescom, a provare per, boh, due o tre ore di fila a prendere la duecentoquarantaduesima stella, rimane un bel mattone giallo.

Runneruppe: Alan Wake, Bayonetta, Lara Croft and the Guardian Of Light e Limbo.

Il miglior gioco del 2010 che ho giocato nel 2011
Metal Gear Solid: Peace Walker
Più che altro è l'unico, anche perché siamo ancora all'inizio di gennaio.

Runneruppe sulla fiducia: God Of War: Ghost Of Sparta

Il miglior gioco del 2010 di cui ho giocato solo un pezzetto perché dovevo scrivere l'anteprima
Non so se sarebbe più deprimente dire Epic Mickey o Perfect Dark (il remake per Live Arcade), quindi facciamo che dico Bulletstorm anche se esce nel 2011 perché sembra davvero una figata.

Il miglior gioco non del 2010 che ho giocato nel 2010
Crysis

Runneruppe: Borderlands, Doodle Jump

Il gioco del 2010 che ho giocato di più online
Ho fatto una manciata di partite online a FIFA 11 e NBA 2K11, ma più che altro ho giocato tutto l'anno a Borderlands.

Il gioco del 2010 che ho giocato più malvolentieri solo perché mi ero impuntato a fare gli Achievement
Per fortuna questa categoria l'avevo abbandonata già l'anno scorso.

Il gioco del 2010 che mi ha fatto sentire più intelligente, soddisfatto, contento di essere appassionato di questa cosa tanto poetica e artistica che sono i videogiochi
Limbo

Il momento "a bocca aperta" del 2010
La prima mezz'ora di Kane & Lynch 2: Dog Days.

Runneruppe: il primo avvio di NBA 2K11, l'inizio di Limbo.

La grafica che più mi è piaciuta e non mi interessa se tecnicamente non è 'sta figata del 2010
Limbo

Runneruppe: Kane & Lynch 2: Dog Days, Shank

Il gioco che mi ha fatto ascoltare le cose più belle nel 2010
Limbo

Runneruppe: Alan Wake, Bayonetta

Il mio gioco preferito del 2010 fra quelli che non ho giocato
Sin & Punishment: Successor of the Skies

Il gioco del 2010 che non ho giocato e ho più voglia di giocare
God of War: Ghost of Sparta

Il gioco del 2010 che sono sicuro che se ci giocassi alla fine mi ci divertirei ma ha una faccia che proprio non mi attira per niente
Red Dead Redemption

Il miglior gioco del 2010 fra quelli che ho giocato solo perché dovevo recensirli e altrimenti non li avrei giocati
No More Heroes 2: Desperate Struggle

Se non mi pagassero per farlo mi incazzerei per averci giocato, ma visto che mi pagano per farlo sono tutto sommato contento di averci giocato (nel 2010)
Sonic Free Riders

Premio "Chi l'avrebbe detto (che mi sarebbe piaciuto)?"
Heavy Rain

Premio "Facevo anche senza"
God Of War 3

La miglior roba arrivata in ufficio nel 2010 (fino a che ci sono rimasto, in ufficio)
Lo schifo muco di Bioshock 2. S'è visto molto di meglio, ma questo faceva veramente vomitare.

Runneruppe: Le limited edition non mi interessano e per il resto ho visto solo magliette brutte. Anzi, no, quella di Dodogo! Challenge era bella.

Il gioco che più aspetto fra quelli che escono a inizio 2011
Bulletstorm.

Runneruppe: Dead Space 2

Altre cose che ho giocato nel 2010 e si meritano di essere menzionate e sicuramente mi dimentico qualcosa, ma se me la dimentico ci sarà un motivo e comunque ci sono anche cose che ho giocato ma non menziono apposta e quindi no, in questa pagina non c'è tutto quel che ho giocato:

Alan Wake: Il segnale
Alan Wake: Lo scrittore
Alien Breed Evolution (e se interessa su Nextgame ho recensito anche gli altri due episodi)
And Yet It Moves
Batman: The Brave And The Bold
Bit.Trip Runner (anche gli altri, ma questo soprattutto, comunque tutti su Nextgame)
Dante's Inferno
Machinarium
Pac-Man Championship Edition DX
Red Steel 2
Spider: The Secret Of Bryce Manor
The Legend Of Zelda: Spirit Tracks

Che sbattimento, l'anno prossimo faccio l'elenco completo e le stelline, a valanga, come per i film.

6.1.11

I miei film del 2010


Allora, visto che non ho tempo e forza creativa necessari per popolare il blog di post veri e propri, ridiamo un minimo di vita con le puttanate. Per esempio con l'elencone tanto caro a Bovati dei film che ho visto nell'anno solare 2010. Questa volta lo divido in due gruppi: i film usciti in Italia nel 2010 (e che ho visto) e i film che ho visto o rivisto nel 2010 ma non sono usciti in Italia nel 2010 (che io sappia). Per ogni film metto il solito voto in stelline, che poi non è più quello che metto in Flixster, che mi ha rotto le palle, ma è quello che metto in Mubi, quindi senza le mezze stelle. Per i film di cui ho scritto nel blog, metto il link al post.

Film usciti in Italia nel 2010 (e che ho visto)
Porco Rosso *****
Scott Pilgrim Vs The World ****
Inception ****
Tra le nuvole ****
The Town ****
Somewhere ****
La bella statuina - Potiche ****
The Road ****
Avatar ****
Shutter Island ****
Toy Story 3 ****
Bright Star ****
Cella 211 ****
Fair Game - Caccia alla spia ***
La prima cosa bella ***
Crazy Heart ***
Invictus ***
An Education ***
Iron Man 2 ***
Uomini di Dio ***
Happy Family ***
La nostra vita ***
A Single Man ***
Last Night ***
Baciami ancora ***
Wall Street: Il denaro non dorme mai ***
The American ***
Salt ***
Gli amori folli ***
Mangia prega ama **
La passione **
Giustizia privata **
Il segreto dei suoi occhi **
Lo zio Boonmee che si ricorda delle sue vite precedenti **
Amabili resti **
L'apprendista stregone **
Alice in Wonderland *
Chatroom *
È complicato *
Wolfman *


Altri film che ho visto o rivisto nel 2010
Jusan-nin no shikaku - 13 Assassins *****
La conversazione *****
Serenity ****
Una notte da leoni *****
Another Year ****
Adventureland ****
Moon ****
Kick-Ass ****
X-Men ***
Balada Triste de Trompeta ***
Il sentiero di Meek - Meek's Cutoff ***
The Hurt Locker ***
La notte non aspetta ***
Hitparzut X (Naomi) ***
Essential Killing ***
Tutta la vita davanti ***
Fido ***
Boxing Gym ***
Piercing I ***
Brothers ***
Segreti di famiglia ***
Il mondo dei replicanti ***
L'uomo che fissa le capre ***
La casa muda ***
Sherlock Holmes ***
Han Jia **
Un matrimonio all'inglese **
Jennifer's Body *
Womb *
All Good Children *

Che pochi. :( Fra l'altro mi sarò sicuramente scordato qualcosa, soprattutto film usciti nel 2010 ma che magari io ho visto prima a qualche rassegna. Ma, oh, uno ci prova.

4.1.11

Gianni e Pinotto


Di solito limito lo spam dei miei articoli su Nextgame alle colonne di destra e all'immaginona in alto nella home del blog. Anche perché se facessi un post per ogni articolo che scrivo ne verrebbero fuori davvero una valanga e mezzo. In questo caso, però, faccio eccezione, più che altro perché avrei voluto scrivere dei due Kane & Lynch anche qua dentro, ma alla fin fine scriverei le stesse cose che scritto in questo nuovo episodio di Videodrome, solo allungando la brodaglia per generare due post. Ergo, se volete sapere perché quei due brutti giochi mi sono piaciuti, fate un bel clic su questo link qua.

Poi in tempo di carestia ogni buco è galleria e ultimamente 'sto blog ha una carestia che levati.

 
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