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11.11.13

Snowpiercer


Snowpiercer (USA/Corea del sud, 2013)
di Joon-ho Bong
con Chris Evans, Jamie Bell, Kang-ho Song, John Hurt, Octavia Spencer, Tilda Swinton, Ed Harris

Quello di Snowpiercer è uno di quei futuri fantascientifici mandati in vacca all'insegna delle migliori intenzioni. Nei suoi primi minuti, il film ci racconta che l'umanità, posta di fronte a una situazione di riscaldamento globale ormai innegabile e totalmente fuori controllo, decide infine di agire, sparando in cielo una sostanza chimica pensata per riportare la situazione a livelli accettabili. Solo che la sostanza in questione funziona troppo bene e finisce per scatenare una nuova era glaciale a cui non sopravvive praticamente nessuno. Si salva unicamente chi è salito a bordo di un treno dal moto perpetuo, capace di autoalimentarsi e tenere in vita i propri passeggeri. Al suo interno, quindi, si trova ciò che rimane dell'umanità e ovviamente ci vuole molto poco perché si crei il classico ecosistema con i benestanti che vivono nel lusso dei primi vagoni alle spese dei pezzenti rintanati in coda al treno. Ma ai pezzenti girano i cinque minuti e a quel punto comincia il film.

Le premesse di Snowpiercer sono, ovviamente, parecchio assurde e immagino ci voglia poco a smontare la credibilità di questo trenino che se ne va in giro felice salvando i suoi passeggeri. Una volta assorbito questo "problema", e se non si è in grado di assorbirlo è forse meglio farsi un esamino di coscienza e lasciar perdere, ci si può godere il notevole film d'esordio occidentale per Joon-ho Bong (Memories of Murder, The Host, Mother), ultimo - e probabilmente non ultimo - nel recente carosello di registi sudcoreani importati dalle nostre parti. Snowpiercer, nonostante le sue assurde premesse, è un film di fantascienza (o fantasy o quel che vi pare) solido, intelligente, che ha qualcosa da dire e che appassiona con la sua forza brutale e trascinante. Ha la forza e la personalità del suo regista, che del resto ha scritto la sceneggiatura di mano sua (assieme al notevole Kelly Masterson di Onora il padre e la madre), uno sviluppo amaro e convincente, nonostante magari qualche salto logico rivedibile, e una scena d'azione centrale dalla bellezza stordente. Arrivato a quel punto, ammaliato fin dall'inizio, ho deciso che era appena diventato il mio film preferito di quest'anno fra quelli che dubito arriveranno in Italia quest'anno.

Snowpiercer avanza assieme ai suoi protagonisti da un vagone all'altro, riservando ogni volta una sorpresa, perché tanto loro quanto gli spettatori non sanno mai cosa si celerà dietro ogni porta. E le sorprese arrivano davvero, pur fra qualche banalità, all'insegna dello spirito surreale che ci si aspetta da Joon-ho Bong e che in qualche modo unisce qui la sua meravigliosa costruzione dell'immagine con un gusto e un approccio più occidentali. È un film micidialmente cupo, che non risparmia i colpi bassi, affronta il suo futuro distopico interrogandosi su quanto e cosa siamo disposti a fare per sopravvivere, sulla moralità posta di fronte alla sopravvivenza, e tira dritto sul proprio binario (ehm) fino alla potente conclusione. Ha forse il solo limite di rallentare un po' troppo nel pre-finale, quando viene dato spazio agli spiegoni firmati Ed Harris, per arrotolarsi attorno ai suoi colpi di scena e preparare il botto conclusivo. La cosa, di fondo, funziona, ma quel suo improvviso tirare il freno dopo un'ora che - nonostante un ritmo piuttosto blando - acchiappa disperatamente per non mollarti un secondo, beh, sgonfia in parte l'entusiasmo.

Ed è subito copertina su Facebook!

Eppure, nonostante questo, Snowpiercer rimane un gran film, proprio per il suo far quel che deve e vuole senza guardarsi mai indietro. Oltretutto, al servizio di Joon-ho Bong c'è un cast eccellente: i caratteristi di contorno sono perfetti come sempre ed Ed Harris e Tilda Swinton vanno brutalmente sopra le righe, ma il contesto lo richiede e da un film del genere, diretto da un regista del genere, non ci si può aspettare altro. Quanto al trio di testa, più o meno, non si può dire loro nulla: Kang-ho Song è una certezza, Jamie Bell non si fa odiare e Chris Evans è sorprendentemente bravo, una volta tanto, a tenersi il film sulle spalle e a interpretare un ruolo cupo, con tanto di monologo drammatico sul finale espresso in maniera dignitosa. Per uno che fino a oggi ha sempre dato il meglio quando doveva fare la spalla cretina, non è poco. Che questo avvenga per mano di un regista coreano, forse, vuole dire qualcosa. Anche se non so bene cosa.

L'ho visto al cinema qua a Parigi. Se IMDB non mente, la Francia è l'unica nazione occidentale in cui il film è già uscito, nonostante il cast lo renda sicuramente appetibile. Immagino abbia giocato un ruolo nella distribuzione il fatto che Snowpiercer è ispirato a un fumetto francese. Se Wikipedia non mente, i diritti per l'Italia sono in mano a Koch Media. Speriamo bene.

8 commenti:

Ormai la barba incolta è marchio di fabbrica dei film post-apocalittici, tanto quanto la pioggia e i neon negli Sci-Fi.
PS: escluso Children of Men in effetti

Va pure detto che se vivi nel porcile dell'ultimo vagone non so quanti rasoi tu abbia a disposizione. :D

Bhe qualche cosa per tagliarsi la barba ci sarà pure visto che non hanno dei barboni lunghissimi :) ah ah ah!!!

Eh, andranno di coltellacci e forbici spuntate. :D

una grande boiata, perlomeno i combattiemnti sono girati bene mi stupisco che ti sia piaciuto.

Le classi superiori non vivono del lavoro né dello sfruttamento delle classi inferiori, quindi è assurdo il bisogno della Testa di provocare un'insurrezione in Coda, fomentandola con i messaggi nei proiettili al fine di ridurre la popolazione. E qui un altro autogol degli sceneggiatori: si sono tanto persi nel raccontare l'assurda posizione degli abitanti della coda del treno da dimenticarsi di spiegare per quale ragione questi avrebbero dovuto vivere come scarafaggi e quale vantaggio questo avrebbe portato agli altri passeggeri.

In altre parole se si togliesse, come sarebbe giusto perché fondato su elementi narrativi errati, questo elemento, il film resterebbe senza trama.

Non si capisce come funziona il treno, non si capisce la necessità di fomentare ribellioni (per tenere sotto controllo la popolazione? Ma non sarebbe bastato regolare le nascite o lasciar morire di fame la coda?).
Non si capisce il ruolo della coda nell'economia del treno, che fanno? In che modo vengono sfruttati?.
Non si capisce come mai i due coreani con l'espolosivo non lo usino prima
Non si capisce come faccia il cattivo a ritornare in vita
Non si capisce come mai la testa del treno li lasci passare all'inizio per poi aggredirli alla fine.
Non si capisce come mai un treno tanto sofisticato abbia bisogno di bambini.
Non si capisce come mai per salvare il bambino il protagonista perda un braccio (ci sarà entrato in qualche modo no?)
Non si capisce come mai l'eletto debba essere un rivoltoso, non proprio una scelta geniale.
Infine la coincidenza bomba valanga è troppo forzata.

E questo senza andare ad analizzare i dettagli su come faccia un treno a camminare in eterno, su dove trovino tanti scarafaggi per sfamare migliaia di persone, sul perchè il personaggio della Swinton si levi la dentiera ecc.

Non si tratta di stare con la penna rossa è che ci sono proprio errori macroscopici a cui a confronto Prometeus è un film pieno di coerenza.

Un film che avrebbe potuto avere tanti finali interessanti, magari facendo vincere i rivoltosi mandando gli eletti in coda in una sorta di eterno ritorno, che sarebbe stato molto più incisivo.
Oppure staccare il treno dalla locomotiva lasciandola a vagare in solitudine.
Oppure organizzando una semplice fuga.

Considerando che in questo blog passo il tempo a gasarmi per i film di supereroi, non è che posso menarmela se un film ha delle premesse assurde e dei salti logici discutibili. Che poi è un po' quel che dico anche nel post. :)

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